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Nigeriano ucciso per aver difeso la moglie, a Fermo Comitato sicurezza con Alfano

Un fiore sul luogo dell'aggressione a Emmanuel Chidi Namdi

FERMO. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano è a Fermo per il Comitato per l'Ordine e la Sicurezza pubblica convocato dal prefetto Mara Di Lullo dopo l'aggressione costata la vita al richiedente asilo nigeriano Emmanuel Chidi Namdi, e per la quale è stato fermato un ultrà italiano. Alfano è entrato nel Palazzo della Prefettura senza fermarsi a parlare con i giornalisti. Subito dopo è iniziata la riunione, a porte chiuse, con i vertici delle forze di polizia.

Intanto è stato fermato con l'accusa di omicidio preterintenzionale Amedeo Mancini, l'ultrà della Fermana indagato per l'uccisione di Emmanuel, mentre difendeva la compagna dagli insulti razzisti di Mancini. L'uomo finora era indagato a piede libero.

Mancini è titolare di una grossa azienda zootenica a Fermo, che conta una cinquantina di tori. Alto circa un metro e 90 e corpulento, è un volto noto della tifoseria ultras della locale squadra di calcio. Per le sue violenze sugli spalti era già stato raggiunto in passato da un provvedimento di Daspo del Questore di Ascoli Piceno. Secondo una ricostruzione ancora molto frammentaria dei fatti, due sere fa Mancini avrebbe insultato la compagna di Emmanuel Namdi, Chinyery, gridandole ''scimmia africana'' e strattonandola, tanto da provocarle alcune escoriazioni.

Il migrante ha reagito sradicando un paletto stradale con il quale avrebbe colpito l'ultrà, facendolo cadere a terra. Mancini però si è rialzato e ha sferrato un pugno a Namdi, che a sua volta è stramazzato a terra, battendo la testa, prima di essere colpito ancora. Le condizioni del nigeriano, entrato in coma irreversibile, erano apparse subito disperate. La morte ieri, in ospedale. Alla scena avrebbero assistito tre testimoni, e un amico che era insieme all'ultrà.

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