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Nuovo naufragio nel Canale di Sicilia, morte 10 donne

ROMA. Ancora un naufragio nel Canale di  Sicilia, una strage di donne: dieci le vittime, 107 i  superstiti. Un incidente che avviene proprio nel giorno in cui  giunge ad Augusta il relitto del peschereccio affondato il 18  aprile 2015, provocando la morte - secondo i testimoni - di  circa 700 migranti. La peggiore tragedia di sempre.      Le dieci donne si trovavano a bordo di un gommone che ha  cominciato ad affondare quando si trovava ad una ventina di  miglia dalle coste libiche. Sul posto è intervenuta nave  Diciotti, della Guardia Costiera, partita non appena ha ricevuto  la richiesta di soccorso.

Quando ha raggiunto l'imbarcazione  questa era semiaffondata, forse anche per le pessime condizioni  meteo, con mare forza 3, vento a 30 nodi e onde alte due metri.     Molte le persone finite in mare. Gli uomini della Guardia  costiera sono riusciti a recuperare 107 migranti vivi, tra cui  anche diversi bambini. Per dieci donne, invece, non c'è stato  niente da fare.     La nave delle Capitanerie di Porto, rimasta in zona per la  ricerca di eventuali dispersi, è stata impegnata poco dopo in un  altro soccorso. Anche in questo caso un gommone, stracarico di  persone. L'intervento è stato immediato e, stavolta, si è  impedita la tragedia: salve tutte le 116 persone a bordo.     Le cattive condizioni del mare hanno oggi frenato le partenze  di migranti dalla Libia, dopo i numeri record dei giorni scorsi:  ieri 1.300, 750 martedì, 1.260 lunedì, ma soprattutto 11.000 in  soli quattro giorni - da giovedì a domenica - la settimana  scorsa.

«Le donne, in molti casi incinte, i bambini e i minori soli  sono ancora più esposti al rischio della vita quando accadono i  naufragi, e molti di loro sono tra le vittime», dice Raffaela  Milano, di Save the Children. «È indispensabile, pertanto -  aggiunge - che la comunità internazionale, e in primo luogo  l'Europa, moltiplichi gli sforzi per realizzare vie di accesso  sicure dalle aree di crisi e dai paesi di transito per evitare  che decine di migliaia di persone continuino a vedersi costrette  ad affidarsi ai trafficanti, mettendo in serio pericolo la  propria vita, per attraversare il Mar Mediterraneo e le  frontiere interne ed esterne dell'Europa e dei paesi terzi».     Secondo le stime di Save the Children, dall'inizio dell'anno  sono arrivati via mare in Italia oltre 66.000 migranti, fra cui  almeno 7.880 donne e oltre 10.500 minori, di cui circa 9.570  non accompagnati.

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