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Pedofilia, papa Francesco rafforza la norma contro vescovi negligenti

CITTÀ DEL VATICANO. Papa Francesco ha pubblicato oggi una lettera apostolica Motu Proprio, «Come una madre amorevole», con cui stabilisce con più chiarezza rispetto al passato la procedura che, in base al canone 193 già esistente, può portare alla rimozione dei vescovi che compiono omissioni nel caso di sacerdoti colpevoli di abusi sessuali su minori.

Il Papa precisa che tra le «cause gravi» per la rimozione «è compresa la negligenza dei Vescovi nell'esercizio del loro ufficio, in particolare relativamente ai casi di abusi sessuali compiuti su minori ed adulti vulnerabili».

La lettera apostolica insiste innanzitutto sull'importanza della cura vigilante per la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili, richiedendo una «particolare diligenza». Perciò precisa che fra le «cause gravi» che giustificano la rimozione degli uffici ecclesiastici, anche dei vescovi, vi è la negligenza riguardo a casi di abusi sessuali compiuti su minori o adulti vulnerabili. E la «negligenza» può riguardare le eventuali omissioni e coperture.

«Si tratta di una legge - ha spiegato il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi - che stabilisce una procedura da seguire per l'attuazione di un canone già presente  nel Codice di Diritto Canonico, il canone 193 comma 1, e in quello di Diritto Canonico delle Chiese orientali, il canone 975 comma 1».

Non siamo nel campo, inoltre «del procedimento penale, perchè non si tratta di un 'delitto" compiuto, ma di casi di 'negligenza" da parte di vescovi o superiori religiosi». L'«istruttoria» sui casi di negligenza spetta alle
Congregazioni competenti, a cui quindi questi casi possono essere riferiti, e che sono quattro: quella per i Vescovi, quella per l'Evangelizzazione di Popoli, quella per le Chiese Orientali e quella per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita apostolica nel caso di negligenze commesse da superiori di ordini religiosi, che in questa materia sono equiparati ai vescovi.

«Non è chiamata in causa la Congregazione per la Dottrina della fede - ha spiegato ancora Lombardi -, perchè non si tratta di delitti di abuso, ma di negligenza nell'ufficio nell'ufficio. Presso le Congregazioni esistono già
uffici disciplinari analoghi».

Ci sono due punti nel Motu Proprio da notare in particolare: la mancanza di diligenza può esserci anche «senza grave colpa morale da parte del vescovo»; nel caso di abusi su minori «è sufficiente che la mancanza di diligenza sia grave», mentre negli altri casi si richiede mancanza di diligenza «molto grave». «Trattandosi di decisioni importanti sui vescovi, l'approvazione specifica dipende dal Santo Padre», ha sottolineato Lombardi, annotando che «ciò non è una novità».

«Nuova è invece la costituzione di un apposito Collegio di giuristi che assisterà il Santo Padre prima che assuma una decisione definitiva una decisione definitiva. Si può prevedere che tale Collegio sia costituito da cardinale e vescovi», ha osservato il portavoce vaticano. Trattandosi infine di una normativa su procedure non si pone questione di retroattività o meno. «D'ora in poi la procedura per l'applicazione del canone 193 comma 1 è quella stabilita», ha aggiunto Lombardi.

Accanto alla legge contro la pedofilia, oggi il Papa - su proposta del Consiglio dei Cardinali - ha approvato anche 'ad experimentum' lo Statuto del nuovo Dicastero per i Laici, la famiglia e la vita nel quale confluiranno, dal primo settembre prossimo, gli attuali Pontifici Consigli per i laici e per la Famiglia.

In quella data ambedue i Consiglio cesseranno dalle loro funzioni e verranno soppressi. Con il nuovo dicastero sarà connessa la Pontificia Accademia per la Vita, come pure diretto legame vi avrà il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia.

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