PALERMO. Un censimento sugli indigenti in Sicilia, dal quale dipende lo sblocco di fondi europei per le misure di contrasto alla povertà, è fermo perché alla Regione mancano gli 80 mila euro necessari per il bando e per affidare lo studio a una società esterna. Ma ora c’è la svolta. «Basta con gli esperti esterni, il censimento potrà essere realizzato dal personale interno alla Regione»: è quanto ha dichiarato di voler fare l’assessore regionale alla Famiglia e politiche sociali, Gianluca Miccichè, intervenuto ieri mattina alla trasmissione radiotelevisiva «Ditelo a Rgs».
«È mia intenzione ridurre al minimo l’impiego di risorse umane esterne all’assessorato – ha continuato Miccichè – e optare, al contrario, ad utilizzare le professionalità interne». Una decisione questa che, sottolinea l’assessore, potrebbe permettere di accelerare i tempi e soprattutto far risparmiare denaro. Il primo passo sarà proprio la realizzazione del censimento per conoscere chi e quanti sono gli indigenti in Sicilia. Uno studio dal quale dipendono le misure di contrasto alla povertà della programmazione europea 2014-2020, «quelle cioè destinate intanto all’attivazione di un Fondo per il microcredito, circa 7,5 milioni di euro, su un totale di 216 milioni destinati all’inclusione sociale», chiarisce Miccichè.
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