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Melegatti, polemica per la pubblicità "omofoba": l'azienda si scusa e si dissocia

Poi è arrivata la spiegazione dell'azienda del panettone, che ha ovviamente ritirato il post: «la gestione sulla comunicazione è affidata a un'agenzia esterna che ha pubblicato senza autorizzazione da parte dell'Azienda»

ROMA. «Ama il tuo prossimo come te stesso... basta che sia figo e dell'altro sesso». Lo slogan, che in molti hanno definito omofobo, è apparso su un post pubblicitario della Melegatti.

È diventato immediatamente virale e ha scatenato miglia di proteste su Twitter. Poi è arrivata la spiegazione dell'azienda del panettone, che ha ovviamente ritirato il post: «la gestione sulla comunicazione è affidata a un'agenzia esterna che ha pubblicato senza autorizzazione da parte dell'Azienda». Melegatti, quindi, «si dissocia dall'operato di tale agenzia che ovviamente è stata sollevata dall'incarico e si scusa formalmente con chiunque si sia sentito offeso dal contenuto».

Intanto, la denuncia è arrivata anche dal segretario nazionale di Arcigay. «Questa mattina sui social media dell'azienda Melegatti è stata diffusa un'immagine pubblicitaria con uno slogan discriminatorio contro le coppie formate da persone dello stesso sesso»: lo riferisce Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay. «La stessa azienda - prosegue - ha ritirato quel contenuto,  pubblicando le proprie scuse. Dal nostro punto di vista non possiamo non denunciare la ricorrenza di questi incidenti, che in molti casi hanno il retrogusto di vere e proprie strategie di comunicazione, non del tutto casuali».

«Le scuse sono importanti ma occorre liberare il campo da qualsiasi ambiguità: perciò chiediamo all'Ad di Melegatti di
incontrarci e di verificare assieme se l'inclusività che ci spiegano far parte della tradizione della storica azienda si riflette tanto nei linguaggi e nelle rappresentazioni quanto delle politiche lavorative e nelle azioni di responsabilità sociale. L'omofobia non è solo un »incidente comunicativo«, anzi quell'incidente è rivelatore di una cultura che lede la libertà e spesso perfino la sicurezza di tante persone. Il vero passo avanti - conclude Piazzoni - lo facciamo se anche Melegatti decide di fare concretamente la sua parte nella lotta contro le discriminazioni».

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