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Operazione contro il clan Santapaola Ercolano a Catania: scattano otto arresti

CATANIA. Dall'alba la Guardia di finanza di Catania sta eseguendo misure cautelari nei confronti di otto presunti appartenenti al cosiddetto 'gruppo della stazione', sodalizio storico del clan Santapaola Ercolano, per i reati di associazione mafiosa, rapina aggravata, sequestro di persona ed estorsione. I dettagli dell'inchiesta saranno illustrati durante una conferenza stampa in programma alle 10,30 nella Procura della Repubblica alla presenza del procuratore reggente Michelangelo Patanè.

Nell'ambito dell'indagine "Reset", conclusa nel novembre 2013, i militari della Guardia di finanza hanno poi fatto luce sulla riorganizzazione del gruppo, con l'individuazione di Romano e Benedetto Zucchero, rispettivamente genero e figlio del boss, quali reggenti del gruppo mafioso.
Con l'operazione "Capolinea" è stato possibile riscontrare il coinvolgimento di Benedetto Zucchero e individuare una vera e propria mappa delle attività commerciali del centro di Catania sottoposte a estorsioni. L'attività d'indagine ha consentito di chiarire le dinamiche dei rapporti tra i vari gruppi mafiosi riconducibili al clan "Santapaola - Ercolano".
Il quadro complessivamente emerso dall'indagine è quello dell'esistenza, all'interno del gruppo di squadre addette alle
rapine e alle estorsioni. Parte dei proventi era versata proprio a Zucchero per essere destinate alla "cassa comune" da
utilizzare per il sostentamento degli associati e dei familiari degli arrestati. L'indagine si è avvalsa delle dichiarazioni di
un collaboratore di giustizia ai magistrati della Dda di Catania, con il supporto del Gico.
Le estorsioni, secondo quanto accertato, erano perpetrate soprattutto nei confronti di attività di ristorazione e di esercizi commerciali con biglietti estorsivi con la richiesta di sessantamila euro, che secondo gli investigatori era un celato
riferimento alla famiglia Santapaola.
Durante le rapine, nove, tutte effettuate a Catania e provincia, autisti di camion e furgoni in molti casi sono stati sequestrati e incappucciati in attesa dello svuotamento del carico trasportato, generalmente consistente in generi alimentari che erano subito venduti a commercianti compiacenti.
Importante è stata anche la collaborazione prestata da alcuni degli autotrasportatori rapinati e dai commercianti vittime di
estorsioni, che hanno riconosciuto negli indagati gli autori delle attività illecite.

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