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Aggressione a suor Anna Alonzo: l'anno del Natale passa anche da qui

PALERMO. Suor Anna Alonzo è una balda missionaria di frontiera. Una di quelle che non cammina su marmi e tappeti, ma ha i sandali segnati dalla polvere dei marciapiedi di periferia. Una religiosa che tanto piacerà al nuovo arcivescovo. E don Corrado Lorefice nell' intervista di Alessandra Turrisi a pagina 26 detta già il suo inequivocabile motto: «Se vogliamo una città che stia bene, dobbiamo ripartire dai più deboli».
Già, i più deboli. Quelli che suor Anna aiuta alla Guadagna. Dove però bande di miserabili hanno rubato di tutto, perfino il cibo del banco alimentare. Lei denuncia, si ribella.
Forse proprio per questo un paio di balordi l' hanno attesa sotto casa. E picchiata.
Suor Anna oggi, Biagio Conte ieri. Tanti altri domani. Gli eroi di ogni difficile giorno. Non più tardi di 24 ore fa in queste colonne rilanciavamo la nostra campagna contro l' allarme sociale, aperta con l' avvio dell' Anno del Natale lanciato e auspica to sotto le luminarie di fine 2014.
Pronti a continuare a parlare di storie di disperazione e disagio. Cui si aggiungono purtroppo intolleranza e violenza, a rendere ancor più drammatica la realtà di questa parte di città sofferente e dimenticata.
Ieri le solidarietà di prammatica a suor Anna. Ma oggi- e non oltre oggi- ci attendiamo segnali concreti di sostegno, di aiuto, di supporto. Reali, tangibili, veri. A lei e a chi come lei colma voragini sociali lasciate dalle istituzioni. Altrimenti saremmo al solito coretto ipocrita dell' emotività mediatica. Quando si parla di poveri bisogna saper vincere il male burocratico della lentezza. Un giorno in più senza un tetto o senza un posto è per loro un giorno in più di enorme dolore. Serve sostegno, serve rapidità. E serve, mai come oggi, anche la volontaria generosità dei privati. Questo giornale continuerà attraverso tutti i suoi bracci mediatici, a sollecitare interventi e pretendere soluzioni. Per Biagio, per suor Anna, per i tanti che a loro chiedono l' aiuto che continua a non arrivare dall' alto.

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