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Roma, 14 arresti all'Ospedale Israelitico: c'è anche Mastrapasqua

I carabinieri hanno effettuato anche un sequestro di beni per 7,5 milioni di euro

ROMA. Il sospetto di chi indaga è che esistesse una vero e proprio sistema per truffare il Servizio sanitario nazionale. L'ospedale Israelitico di Roma trasformato in una sorta di centrale di produzione di false attestazioni per gonfiare le richieste di rimborso alla Regione Lazio. È questo l'impianto dell'inchiesta della Procura di Roma che ha portato oggi all'arresto di 14 persone, tra cui il direttore generale del noscomio Antonio Mastrapasqua, già a capo dell'Inps. Sono tutte ai domiciliari mentre per altri due indagati il gip ha disposto l'obbligo di firma.

Tra le persone raggiunte dalla misura cautelare, emessa dal gip Maria Paola Tomaselli su richiesta dei pm Corrado Fasanelli e Maria Cristina Palaia, figurano il vicedirettore Tiziana D'Agostini, Gianluigi Spinelli, direttore sanitario nonchè responsabile del Day Hospital, Mirella Urso, responsabile dell'ufficio controllo appropriatezza cartelle cliniche, Elvira Di Cave, primario del reparto di ortopedia, Pietro Aloisi, responsabile del servizio urologia, e Naim Nasrollah, medico chirurgo.

I carabinieri hanno effettuato anche un sequestro di beni per 7,5 milioni di euro. Per i pm gli indagati sono accusati di aver alterato la tipologia di interventi eseguiti, specie per biopsie prostatiche e tiroidee e correzione dell'alluce valgo, per ottenere rimborsi  maggiorati. E ancora: la  modifica dello stato dei luoghi, della destinazione d'uso dei locali ospedalieri e delle attività sanitarie per mascherare lo svolgimento di attività irregolari e l'erogazione parziale, in carenza di autorizzazione, dei servizi di assistenza domiciliare. Il gruppo poteva contare anche su una 'talpà che avvertiva dell'arrivo nell'ospedale degli ispettori dell'Asl. La talpa, una donna ora è iscritta nel registro degli indagati. Sapere in anticipo le ispezione permetteva al gruppo di aggirare gli accertamenti.
In una intercettazione due indagati arrivano a dirsi chiaramente: «arrivano gi ispettori, famo un pò de Cinecittà».

Le ispezioni avevano il fine di verificare il rispetto dei contenuti delle autorizzazioni rilasciate, ma a fronte di irregolarità che sarebbero state evidenziate, è detto nell'ordinanza di custodia cautelare, venivano attuate modifiche di attrezzature, variazioni di impiego del personale ed anche lo spostamento di pazienti. Il tutto per dimostrare la rispondenza delle apparenze strutturali ed operative del presidio ospedaliero.

Lo sviluppo dell'attività investigativa è nato dopo una serie di ispezioni disposte dalla Regione Lazio e dagli uffici delle Asl Rm A e D. Nel 2014, spiegò nei mesi scorsi la Regione, l'attuale amministrazione ha ricalcolato l'entità delle prestazioni erogate dal 2006 al 2009 e risultate dalle verifiche non congrue per 17 milioni di euro. La Regione ha inoltre bloccato i decreti che consentivano la liquidazione delle prestazioni bloccando di fatto i pagamenti.

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