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Piller: «La Germania accoglie i profughi più degli altri Stati, Italia compresa»

Nessun richiedente asilo sarà mandato via dalla Germania». Parola di Angela Merkel. Per molti una (bella) sorpresa, ma Tobias Piller avverte: «Nessuna svolta. I numeri mostrano come già dal 2014 la Germania registri molto più rifugiati e richieste di asilo di altri Stati. Anche molto più dell' Italia». Il giornalista bavarese, corrispondente della «Frankfurter Allgemeine Zeitung» da Roma, spiega: «Il governo tedesco, adesso, ha solo preso atto della realtà. Cioè che le richieste di asilo da parti di rifugiati dalla Siria vengono quasi sempre accettate.
Per questi rifugiati ha, allora, garantito che non verranno mandati indietro nei Paesi di primo approdo in Europa, come dovrebbe succedere secondo i Trattati di Dublino».

Porte aperte ai rifugiati, in fuga dalle guerre. Con i migranti economici, invece, tolleranza zero?
«Guardando gli sviluppi dei numeri, sarà già impegnativo dare un asilo a chi fugge dalla guerra in Siria. Allo stesso momento, quindi, non sarà possibile accogliere anche quanti semplicemente cercano una vita migliore dopo delusioni di tipo economico o di "carriera" nel proprio Paese di origine. A loro si cerca, quindi, di comunicare sin dall' inizio che è meglio non partire. Anche legalmente, peraltro, c' è una differenza: chi può provare di essere perseguitato e deve salvare la vita, ha una protezione. Questo è previsto dalla Costituzione tedesca, perchè non succeda mai che non trovi un porto sicuro chi fugge da un governo crude lee nazista».

Resta sempre il nodo del trattato di Dublino. Ormai necessario cancellare l' obbligo di permanenza degli extracomunitari nel Paese europeo di primo ingresso?
«Il principio del Trattato di Dublino è semplice: se devi salvare la tua vita perché vieni da una zona di guerra o sei perseguitato, va bene il primo approdo per salvare lavi ta. Non puoi, insomma, scegliere dove vorresti essere salvato. Questo principio andava bene all' Italia nei primi anni Novanta, quando la Germania contava centinaia di migliaie di richiedenti asilo e l' Italia quasi nessuno. A quell' epoca, non mi ricordo di un offerta dell' Italia per partecipare al peso di questa ondata di richieste di asilo!».
I tempi sono cambiati...
«Adesso, il Trattato di Dublino non va più bene all' Italia perché chi chiede asilo arriva dal Sud. Certamente, bisogna riconoscere quanto il vostro Paese ha fatto per salvare le vite in mare. Ma bisogna anche chiedersi se ha, poi, seguito le regole di Dublino o le ha comunque messe da parte. L' Italia accetterebbe la revisione di quel trattato, anche se questo volesse dire che, invece di mandare via i rifugiati, ne deve accettare altri dalla Germania o dalla Grecia?»

La Merkel ha spiegato che l' economia tedesca ha la forza per assicurare accoglienza ai profughi. Un' implicita ammissione del fatto che altre nazioni, come la nostra, non sono nelle condizioni di sostenere gli attuali flussi migratori?
«Certo, è più facile accogliere migranti e richieste di asilo in un Paese che ha quasi piena occupazione. Nei piani della Commissione Europea, si vuole tenere conto di questo fatto. Ciò non vuol dire, però, che l' Italia non dovrebbe avere più nessuno. I politici italiani parlano ogni giorno di ideali europei: significa che il loro Paese è disponibile anche a farsi carico degli oneri, o ritengono che questi riguardino solo gli altri?».

Abbiamo visto migliaia di extracomunitari muoversi verso Vienna. Un popolo in marcia, in testa un uomo con la bandiera d' Europa. Che effetto le ha fatto questa immagine?
«Vediamo una ondata di persone che hanno tante speranze, e non si sa se possano essere realizzate. Più grande è il numero degli arrivi, più difficile sarà accoglierli tutti bene. Comunque, in Germania si vede attualmente una grande disponibilità a sostenere i nuovi arrivati. Non bisogna avere paura, ma dire come fa la Cancelliera: ce la faremo!».

Viktor Urban, illeader ungherese, costruisce mu riper impedire - ha esclamato - che «l' esodo ci riduca a una minoranza». Tutto sbagliato?
«Non possiamo illuderci che arrivi di persone di altre culture non creino anche problemi e conflitti. Ma fra accogliere troppi e accogliere nessuno, rimangono in mezzo molte possibilità. A Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria che si oppongono alle quote -migranti, comunque, dobbiamo ricordare che dopo il crollo della cortina di ferro l' Europa ha mostrato anche grande solidarietà verso i Paesi dell' Est. Bisogna convincerli che questa non è una strada a direzione unica».

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