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Immigrazione, allarme dal Pentagono:"Ne avremo per 20 anni"

In una intervista esclusiva alla Abc, Dempesy si è quindi detto «preoccupato» e ha sottolineato la necessità per tutti di agire «sia unilateralmente che con gli alleati»

NEW YORK. L'esodo di migranti e rifugiati dalla Siria e dal Nordafrica verso l'Europa è «una emergenza enorme, una crisi reale»: lo afferma uno dei massimi vertici del Pentagono, il generale Martin Dempsey, capo di stato maggiore delle forze armate Usa.

In una intervista esclusiva alla Abc, Dempesy si è quindi detto «preoccupato» e ha sottolineato la necessità per tutti di agire «sia unilateralmente che con gli alleati», considerando ciò che sta avvenendo «come un problema generazionale» e mettendo sul piatto adeguate risorse che permettano di affrontare la crisi per almeno 20 anni. A proposito della drammatica fotografia del bimbo siriano di tre anni morto su una spiaggia della Turchia, Dempesy ha auspicato che quella immagine «abbia un simile effetto a quella del 1995 del mortale attacco con i mortai alla piazza del mercato di Sarajevo, che spinse verso l'intervento della Nato in Bosnia», cioè spinse la comunità internazionale ad agire con maggiore efficacia per trovare una soluzione ad una drammatica emergenza.

La Russia ha spesso messo in guardia contro i principali problemi che l'Europa si sarebbe trovata ad affrontare in conseguenza delle politiche occidentali in Medio Oriente e Nord Africa e del terrorismo jihadista, così che la crisi dei migranti in Ue non è una sorpresa. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, citato dall'emittente Russia Today. «Penso che la crisi fosse assolutamente prevista», ha detto Putin ai giornalisti a margine dell'Eastern Economic Forum di Vladivostok. «Noi in Russia, e io personalmente qualche anno fa, abbiamo detto chiaramente che sarebbero emersi tali gravi problemi sei i nostri cosiddetti partner occidentali continuano a mantenere la loro politica estera sbagliata, soprattutto nelle regioni del mondo musulmano, Medio Oriente, Nord Africa», ha spiegato. Secondo il presidente russo, il difetto principale della politica estera occidentale è l'imposizione di proprie norme in tutto il mondo, senza tener conto delle caratteristiche storiche, religiose, nazionali e culturali di particolari regioni. L'unico modo per invertire il flusso di rifugiati in Europa è quello di aiutare le persone a risolvere i problemi a casa loro e il primo passo dovrebbe essere la creazione di un fronte comune e unito contro i gruppi jihadisti come l'Isis, ha aggiunto Putin.

Il problema di ricostruire le economie locali e le sfere sociali per convincere le persone terrorizzate a tornare sorgerebbe solo dopo che il terrorismo fosse sradicato - ha spiegato ancora il presidente russo -, ma il sostegno internazionale per la ricostruzione della sovranità dei paesi che hanno sofferto per mano dell'Isis dovrebbe avvenire solo nel pieno rispetto di storia, cultura e tradizioni locali.

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