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Morti nella stiva, le vittime sono 49. Verso Catania la nave con le salme e i sopravvissuti

PALERMO. Sono 49 le vittime dell'ennesima  tragedia del mare avvenuta sabato al largo della Libia. Lo rende noto la questura di Catania. I cadaveri insieme ai 312 migranti tra cui 45 donne e 3 minori sopravissuti arriveranno a Catania sulla nave norvegese Siem Pilot al servizio di Frontex.

Inizialmente era stato ipotizzato che sopravvissuti e cadaveri sbarcassero a Porto Empedocle (Ag), poi alla Capitaneria di porto e alla Questura è arrivata la nuova direttiva. Intanto la procura di Catania ha aperto un'inchiesta sulla morte dei migranti. La nave Siem Pilot, su cui sono stati trasbordati i sopravvissuti, soccorsi dal pattugliatore Cigala Fulgosi, sbarcherà a Catania anche altri 103 migranti soccorsi dalla nave militare tedesca Werra a bordo di un gommone in difficoltà.

«Una scena terribile che ha colpito molto l'equipaggio: decine di cadaveri ammassati nella stiva, le donne che piangevano i loro uomini». Sono le parole del capitano di fregata Massimo Tozzi, comandante del pattugliatore della Marina Militare Cigala Fulgosi, che ieri ha soccorso a circa venti miglia dalla Libia un barcone a bordo del quale c'erano alcune decine di cadaveri nella stiva.

La richiesta d'aiuto alle autorità italiane è avvenuta, come al solito, tramite un telefono satellitare. La nave della Marina è stata così dirottata sul posto. Alle prime ore della mattina di ieri un elicottero del pattugliatore ha individuato il barcone. «Era - spiega il capitano Tozzi - un'imbarcazione di 14 metri stracarica di persone: in pochissimi avevano il salvagente. Non è chiaro se a bordo c'erano scafisti o qualcuno che la governava. Il barcone era comunque fermo quando siamo arrivati noi». Inizialmente, dunque, sembrava un intervento come altri che in questo periodo si susseguono nel canale di Sicilia. Ma quando gli uomini della Marina sui gommoni sono intervenuti, i passeggeri hanno subito parlato di morti a bordo. E quando i militari sono saliti ed hanno ispezionato la stiva si sono trovati di fronte a qualcosa che non dimenticheranno facilmente.

«Corpi senza vita ammassati uno sull'altro, mentre le donne si disperavano per i loro cari morti», racconta il comandante del Cigala Fulgosi. La probabile causa di morte è l'asfissia per inalazione di combustibile, dato che i corpi esaminati finora non presentano segni di ferite. Come avviene in questi viaggi della disperazione, chi può permettersi di pagare di più ottiene un posto all'aperto e magari anche un salvagente o un giubbotto di salvataggio; per gli altri c'è la stiva.

Il barcone era partito presumibilmente poche ore prima della tragedia, non era in mare da tanto. Ma era talmente carico che la sua sorte era segnata. L'intervento della Marina ha evitato che la tragedia fosse ancora più pesante. «Ma è questo che facciamo - ha osservato il capitano Tozzi - prestare soccorso a chi è in difficoltà in mare è il nostro compito».

IL COMUNE DI CATANIA. "Catania si appresta a dare accoglienza ai superstiti e pietosa sepoltura alle vittime". Lo dice Enzo Bianco, sindaco di Catania dove domattina attraccherà in porto la nave norvegese Siem Pilot al servizio di Frontex, con a bordo i 416 superstiti, tra cui 45 donne e tre minori, soccorsi al largo della Libia dal pattugliatore della Marina Militare italiana Cigala Fulgosi. Sulla nave ci saranno anche le vittime, tutti uomini, morti soffocati nella stiva per aver inalato gas di scarico. Martedì lutto cittadino.

"In Comune - afferma Bianco - abbiamo subito organizzato stamani una riunione con tutti gli assessori e i funzionari competenti, in costante contatto con la Prefettura e le forze dell'ordine per organizzare al meglio l'accoglienza, coordinando anche gli interventi con l'Autorità portuale e il lavoro delle tante associazioni di volontariato che rappresentano il nostro punto di forza. Per martedì, inoltre, ho proclamato il lutto cittadino per quest'ennesima tragedia che tocca il cuore dei Catanesi".

Alle vittime "sarà data sepoltura così come avvenuto per i morti del naufragio del maggio del 2014 a Lampedusa, per le quali venne realizzato un mausoleo nel cimitero di Catania, con un monumento realizzato dagli allievi dell'Accademia delle Belle Art, e quelle della tragedia del mare del 18 aprile di quest'anno".

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