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Rifiuti, la Corte europea condanna l'Italia: multa da 20 milioni

Con la decisione odierna la Campania vede allontanarsi sempre di più la possibilità di ricevere fondi Ue per 46 milioni di euro stanziati nel 2000 per finanziare un programma di raccolta e smaltimento dei rifiuti sostanzialmente mai realizzato

BRUXELLES. Ancora una volta l'Italia viene condannata in Europa per il problema dei rifiuti e il conto diventa sempre più salato. La Corte di giustizia Ue ha deciso che il governo dovrà pagare una multa forfettaria di 20 milioni di euro per non aver posto rimedio alla gestione dei rifiuti in Campania e aver così violato le norme europee.

Inoltre, in seguito al comportamento recidivo - l'inadempimento dell'Italia in materia di rifiuti «è stato constatato in più di 20 cause», sottolinea la stessa Corte - i giudici hanno pure fissato in 120.000 euro al giorno, a partire da oggi, la sanzione che sarà applicata fino a quando Bruxelles constaterà che il problema è stato risolto.

Lo scorso dicembre il governo si era già preso una multa da 40 milioni di euro perchè 198 discariche non erano in regola con la direttiva Ue e, a quanto si è appreso, sta per ricevere un altro 'contò da circa 39 milioni perchè da allora sono passati sei mesi senza sostanziali miglioramenti. Come se tutto ciò non bastasse, con la decisione odierna la Campania vede allontanarsi sempre di più la possibilità di ricevere fondi Ue per 46 milioni di euro stanziati nel 2000 per finanziare un programma di raccolta e smaltimento dei rifiuti sostanzialmente mai realizzato.

Fondi rimasti a lungo in sospeso e poi bloccati da Bruxelles in seguito alla condanna subita dall'Italia nel 2010 per gli stessi motivi al centro della decisione odierna. E proprio dalla contestazione del mancato rispetto della sentenza del 2010 mossa dalla Commissione all'Italia a giugno 2013, la Corte è partita per affermare oggi che la Commissione ha ragione.

«In particolare - osservano i giudici europei - per quanto riguarda l'eliminazione delle 'ecoballè e il numero insufficiente di impianti e di capacità di trattamento dei rifiuti urbani della Campania». Una «così grave insufficienza a livello regionale», avverte la Corte, «può compromettere la rete nazionale di impianti di smaltimento rifiuti» e di conseguenza anche «seriamente la capacità dell'Italia di perseguire l'obiettivo dell'autosufficienza nazionale» in questo settore.

Secondo l'Ue, per smaltire i rifiuti 'storici" della Campania - sei milioni di 'ecoballè - serviranno circa 15 anni. Inoltre, sul fronte della capacità di trattamento dei rifiuti mancano all'appello 1,8 milioni di tonnellate per le discariche, 1,19 milioni di tonnellate per gli impianti di termovalorizzazione e 385 mila tonnellate per il trattamento dei rifiuti organici. «È arrivato il momento che la Campania decida, che attui un piano, che ha presentato qualche anno fa già all'attenzione dell'Unione europea», ha sottolineato il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti.

«Quel piano va concretizzato. È una vicenda incredibile, l'emergenza rifiuti in Campania è iniziata 15 anni fa».In questo anno «abbiamo collaborato con Caldoro e alcuni risultati li abbiamo ottenuti, la stessa disponibilità la diamo al nuovo presidente De Luca», ha concluso Galletti dicendo di non voler «scaricare le responsabilità».

La decisione della Corte Ue «e» il risultato sconcertante di questi ultimi cinque anni totalmente sprecati per la soluzione del problema rifiuti«, ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. »Accelereremo sin da subito tutte le iniziative per la risoluzione del problema a cominciare dall'eliminazione delle ecoballe. Cercheremo di contrattare con l'Unione Europea nuove modalità di relazione sulla base della nuova programmazione che presenteremo a breve confidando di recuperare la dignità e la credibilità del tutto perduta in questi anni«.

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