Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Montante: la mafia agisce anche screditando

PALERMO. "Fare gli imprenditori in territori ad alta densità mafiosa comporta un rischio altissimo, perché a quello d'impresa si aggiunge anche quello 'ambientale'. E quando scegli la strada della denuncia, l'unica percorribile, sai che non ti stai mettendo contro solo i mafiosi, ma anche chi sta loro vicino, compresi tutti quei professionisti, funzionari infedeli, politici e imprenditori che, a vario titolo, hanno usufruito dei vantaggi economici della mafia. È un mondo intero che non sai esattamente da chi sia composto ma che, prima o poi, troverà il modo di vendicarsi".

Ad affermarlo è Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e delegato nazionale di Confindustria per la legalità, dalle pagine del nuovo numero di Press & Imprese, periodico edito da Confindustria Centro Sicilia in collaborazione con Confindustria Caserta, nell'ambito del progetto Pon "Caltanissetta e Caserta sicure e moderne".

Montante si è dimesso dalla carica di consigliere per l'Agenzia nazionale dei beni confiscati dopo la notizia di due inchieste per mafia a Caltanissetta e a Catania che lo vedrebbero coinvolto. "È risaputo che la mafia agisce in due modi: uccide o si vendica screditando, cioè 'mascariando' - continua Montante nell'editoriale intitolato 'Il prezzo di una scelta' - è un po' di tempo che si avverte una volontà da parte delle mafie e dei cosiddetti 'colletti bianchi' di creare confusione, di delegittimare quanti combattono in prima linea, anche per raffreddare la sinergia positiva che si è creata in questi anni tra imprese, istituzioni e territorio".

"Mi accusano di frequentare 'troppo' le istituzioni? Beh, per me è un vanto - prosegue Montante - e, ad oggi, la piena fiducia nei loro confronti è ciò che mi sostiene. Una cosa è certa: fino a poco tempo fa il rischio era quello di trovarsi a contatto con delinquenti e nessuno sembrava preoccuparsene". Nell'articolo Montante ricorda i protocolli di legalità e le "espulsioni da Confindustria di imprenditori legati a organizzazioni mafiose", insieme agli "undici anni di vita blindata, sempre al fianco delle istituzioni, perché la legalità conviene".

"Mai vorrei che per colpire una parte si inficiasse il lavoro svolto da un intero sistema - conclude il presidente di Confindustria Sicilia - è necessario avere la forza di resistere, perché il rischio è quello di tornare indietro di decenni, facendo rivivere stagioni buie che nulla di buono porterebbero alle imprese e alla società".

Caricamento commenti

Commenta la notizia