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"Rancadore torni in Italia", dalla Gran Bretagna sì all'estradizione

Il "professore", ex latitante per 20 anni, perde la sua battaglia legale durata 18 mesi

LONDRA. Una complessa battaglia legale  durata 18 mesi, con diversi colpi di scena, sembra essere  giunta al termine. La Westminster Magistrates' Court di Londra  ha dato il via libera all'estradizione in Italia di Domenico  Rancadore, accusato di mafia e arrestato nell'agosto 2013 nella  capitale britannica dopo 20 anni di latitanza. È stato così  ribaltato un verdetto del marzo 2014 che andava in senso  opposto: il pregiudicato non poteva scontare la pena di sette  anni nelle carceri italiane perchè sovraffollate.   Le speranze di Rancadore, soprannominato negli ambienti  siciliani come 'il professorè, sono naufragate oggi. Il giudice  Howard Riddle ha affermato che non ci sono stati abusi nel caso  e che il pregiudicato non rischia un trattamento inumano una  volta estradato in Italia. Secondo il Guardian in questa  decisione ha influito il fatto che sono stati ridotti i numeri  di detenuti all'interno delle prigioni italiane. È quindi  venuto meno il 'pilastrò sul quale si era basata la difesa  portata avanti da Rancadore, che fra gli impedimenti aveva anche  utilizzato i problemi cardiaci di cui soffre. Alla lettura della  sentenza il 'professorè si trovava in aula. Ha scosso  leggermente la testa e ha tenuto lo sguardo rivolto verso il  basso, mentre la moglie piangeva fra il pubblico.

«Non mi sento bene», ha risposto ai giornalisti, una volta  uscito dal tribunale su libertà vigilata. Ora gli resta la  possibilità di fare appello all'Alta corte ma i suoi legali  hanno solo sette giorni di tempo per presentarlo.  Esponente di spicco di Cosa nostra, 'il professore è un  pluripregiudicato palermitano 65enne, destinatario di un ordine  di carcerazione dovendo scontare 7 anni di reclusione per i  reati di associazione di tipo mafioso, estorsione ed altri gravi  delitti. Era ricercato dal 1994 e per la sua caratura criminale  era inserito nell'elenco dei latitanti pericolosi del Ministero  dell'Interno. Intanto, lui si era rifatto una vita a Londra,  diventata la sua nuova città. Aveva perfino costruito una  identità del tutto nuova, col nome di Marc Skinner.  Ma nel 2013 era avvenuto il primo arresto da parte di  Scotland Yard. Nell'aprile 2014 il secondo, dopo che le autorità  italiane avevano emesso un nuovo mandato europeo, visto che il  primo non aveva sortito l'effetto desiderato ma l'estradizione  era stata respinta dalla corte londinese.

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