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Uffici al freddo ma la dirigente vieta le stufe: consumano troppo

PALERMO. Uffici regionali al freddo e al gelo e per i dipendenti vietato portare stufette elettriche da casa. Scatta così la protesta dei sindacati. Soprattutto dalle sedi periferiche, raccontano i Cobas-Codir e Sadirs, giungono quotidianamente lamentele da parte degli impiegati. “Alcuni colleghi sono malati – dicono – c’è chi soffre di gravi patologie cardiache e questa situazione è intollerabile”.

A raccogliere le segnalazioni sono gli autonomi che invocano ispezioni negli uffici per verificare “eventuali inadempienze da parte del datore di lavoro". La situazione è particolarmente difficile all’assessorato all’Agricoltura, nella sede di viale Regione Siciliana, dove l’impianto di riscaldamento non è stato attivato perchè non sono ancora partiti i lavori di adeguamento. I regionali, come detto, hanno provato ad attrezzarsi con stufette portate da casa ma la dirigente generale Rosaria Barresi ha bloccato tutto con una circolare dove si vieta esplicitamente "l’utilizzo di apparecchi di riscaldamento di qualsiasi natura perché comporta un sovraccarico sull’impianto elettrico che può determinare situazioni di pericolo per il personale e danneggiare le apparecchiature informatiche”.  Sui ritardi nell'attivazione dell'impianto il dipartimento chiarisce che "le pratiche sono ferma al Servizio Patrimonio e manca il finanziamento".

“Sono costretta ogni giorno a sequestrare le stufette portate da casa dai dipendenti per una questione di sicurezza, non è certo una situazione piacevole. Anche io resto al freddo, per solidarietà ai dipendenti non utilizzo alcuna apparecchiatura in attesa che l’impianto venga riparato”: la dirigente generale dell’Agricoltura, Rosaria Barresi, interviene così sulla questione degli uffici senza riscaldamento. Circa 400 dipendenti al lavoro in viale Regione Siciliana hanno lamentato disagi a causa di un guasto all'impianto di riscaldamento. La dirigente in una nota ha vietato l’utilizzo di stufette portate da casa. “Ogni volta che attaccano gli scaldini elettrici – spiega Barresi – si creano dei danni alla rete. C’è un’apparecchiatura, una specie di centralina salvavita, che ogni volta che va in sovraccarico si stacca e va sostituita e questo ha un costo per il dipartimento. Tra l’altro per ripararla servono diverse ore durante le quali gli uffici sono senza corrente elettrica e il lavoro si ferma”. La Barresi spiega quindi che “si tratta esclusivamente di un problema di sicurezza e di costi. La realizzazione dei lavori di sistemazione non compete ai miei uffici, io ho più volte segnalato il guasto. La struttura è in affitto”. I guai potrebbero non finire con l’arrivo del caldo. “Lo stesso impianto guasto è utilizzato per raffreddare le stanze, per cui i problemi probabilmente aumenteranno”.

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