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Anno giudiziario: "Mafia potente, no al protagonismo dei giudici" - Vd

Sono molti i dati che emergono durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario, nella relazione di Ivan Marino, presidente reggente della Corte d'appello di Palermo

PALERMO. «L'alta funzione affidata ai magistrati di applicare la legge alla quale essi stessi sono soggetti e alla quale - sola - compete la sovranità dellagiustizia, assume un carattere di laica sacralità, che immune da ogni atteggiamento di personale protagonismo, non può prescindere del carattere di indipendenza e imparzialità, di rigore e di obiettività». Lo ha detto, durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario, Ivan Marino, presidente reggente della Corte d'appello di Palermo. «Essenziale - conclude - è inoltre il prestigio e la dignità dei magistrati che deve tradursi in comportamenti appropriati».

PERICOLO INCOLUMITA' DEI GIUDICI - «La indubitabile contingente e pericolosissima esposizione a rischio di taluno dei magistrati della requirente, con conseguente adozione di dispositivi di protezione mai visti, finisce per isolare e scoprire sempre più i magistrati della giudicante titolari degli stessi processi». A lanciare l'allarme sicurezza per i giudici palermitani, durante la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario, è Ivan Marino, presidente reggente della corte d'appello di Palermo.


«Si sta verificando - ha aggiunto Marino, facendo riferimento evidentemente alle straordinarie misure adottate per assicurare la protezione ai pm del pool che indaga sulla trattativa Stato-mafia- la stessa identica situazione degli anni '80, allorchè la protezione era garantita per lo più, se non esclusivamente, ai magistrati facenti parte dei pool antimafia dell'ufficio istruzione e della Procura, con indifferenza verso la situazione della giudicante, con la conseguenza che bastò un solo episodio criminoso che la riguardasse per porre in crisi lo Stato, che dovette dall'oggi al domani garantire la massima protezione non soltanto ai magistrati ordinari, ma anche ai giudici popolari».

AUMENTO DEI REATI DI PEDOFILIA E PEDOPORNOGRAFIA- I reati di pedopornografia e pedofilia sono aumentati nel distretto giudiziario di Palermo (che include anche Trapani e Agrigento) del 100% nell'ultimo anno. Il dato emerge durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario, nella relazione di Ivan Marino, presidente reggente della Corte d'appello di Palermo. Un dato allarmante, quello sui reati sessuali contro i minori, che fa pensare da un lato al miglioramento delle azioni di contrasto, ma dall'altro a un aumento costante del fenomeno.  Nel 2013 erano stati riscontrati 46 casi di pedopornografia e pedofilia, diventati 91 nel 2014. In notevole aumento anche i dati concernenti i reati contro la libertà sessuale, così come quelli di stalking: 550 nel 2013 e 689 quest'anno, con una crescita del 25%.

BOOM DEI FEMMINICIDI - Boom dei femminicidi nell'ultimo anno nel distretto giudiziario di Palermo (che include anche Trapani e Agrigento). Gli omicidi volontari contro le donne sono aumentati di cinque volte.  «Il numero di omicidi consumati nel 2014 è risultato di poco superiore a quello dell'anno precedente - ha spiegato - ma preoccupa il netto aumento di quelli contro le donne: in crescita anche i dati riguardanti i tentati omicidi, nei quali si registra del pari un aumento anche per quelli contro donne».  L'anno scorso, gli omicidi di donne erano stati solo quattro mentre quest'anno sono addirittura venti. In tutto sono stati 61 i delitti (59 nel 2013). Quasi il doppio i tentati omicidi, passati da 45 a 80 e da 12 a 19 se analizziamo solo quelli contro donne.

RAPINE E USURA IN AUMENTO - La crisi spinge in alto il numero dei reati di furto, rapina, usura. In aumento anche le estorsioni (+20%), ma soprattutto le frodi comunitarie (+246%). Il disagio economico di molte famiglie del distretto è evidente nel maggiore ricorso agli usurai. I reati di questo tipo sono passati da 80 a 95 nell'ultimo anno (+19%). Dopo aver fatto registrare nel 2013 un forte calo, anche per la chiusura
di numerose attività imprenditoriali, risale il numero delle estorsioni: quest'anno sono state 515 (430 l'anno scorso).  In calo, invece, il furto in abitazioni: passato da 3.876 casi del 2013 a 2.823 di quest'anno.

IN CALO I REATI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - Sono in calo tutti i reati contro la pubblica amministrazione nel distretto di Palermo (che include anche Trapani e Agrigento), soprattutto quelli di peculato, ridotti quasi del 30% rispetto all'anno precedente.  «La riduzione di questo tipo di reati - ha detto - è avvenuta anche grazie alle modifiche legislative che portano ad una maggiore ricorrenza di quelli di corruzione e di concussione mediante induzione, la cui decrescita è certamente minore. In totale, i reati contro la pubblica amministrazione sono passati da 2.720 a 2.566». Tra questi, sono stati 44 i casi di corruzione, 27 di concussione e 85 per peculato (questi ultimi erano stati 120 nell'anno precedente). In significativa crescita invece i reati di indebita percezione di contributi pubblici: 41 l'anno scorso, 156 quest'anno.

CARENZE D'ORGANICO - Le carenze d'organico nella magistratura, come ogni anno, sono tra gli argomenti della relazione di inaugurazione dell'anno giudiziario, curata questa volta dal presidente reggente della corte d'appello di Palermo Ivan Marino. In totale, nel distretto giudiziario di Palermo (che comprende anche Agrigento e Trapani) mancano 40 magistrati giudicanti (il 12,38% ) e 29 requirenti (il 19,46%). Le maggiori scoperture si hanno nei tribunali di Marsala e Sciacca (20%) e nelle Procure di Agrigento (26%) e Marsala (22%).

VOTO DI SCAMBIO - «La nuova formulazione del reato di voto di scambio estende l'ambito di indagine sulle collusioni tra mafia e politica e sulle sue ricadute all'interno della pubblica amministrazione, sia centrale che periferica, ma a condizione che le indagini si svolgano effettivamente in tale direzione». L'ha detto, nel corso della inaugurazione dell'anno giudiziario, Ivan Marino, presidente reggente della corte d'appello di Palermo.

 SABELLI: "LE RIFORME SIANO COERENTI" - «Siamo i primi a volere le riforme ma ci vuole coerenza, agli annunci devono corrispondere i fatti»: lo ha detto il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli durante una conferenza stampa, convocata in occasione dell'apertura dell'Anno giudiziario a Milano, con al centro la legge di riforma della responsabilità civile dei magistrati.  «I magistrati non si chiudono in una forma corporativa e non rifuggono dal principio di responsabilità - ha sottolineato - ma l'approccio del governo non è stato sufficientemente meditato».  Il presidente dell'Anm ha sottolineato che il Dl sulla responsabilità civile «è stato purificato da aspetti che avrebbero leso il principio di indipendenza della magistratura, anche se restano riflessi di un approccio non attento». In particolare Sabelli ha puntato il dito contro «l'eliminazione del filtro di ammissibilità e l'introduzione della categoria del travisamento del fatto e delle prove».  «Il tema della responsabilità civile è sempre fondamentale - ha concluso - ma non può essere mortificato attraverso soluzioni che non tengono conto della giurisdizione e della compatibilità con il principio di indipendenza e autonomia dei magistrati.

DI MATTEO: "NON COMMENTO LE PAROLE DI MARINO"- «Non voglio commentare le dichiarazioni del presidente reggente della corte di appello di Palermo Ivan Marino». Il pm Nino Di Matteo sceglie di non commentare uno dei passaggi più significativi della relazione di inaugurazione dell'anno giudiziario del presidente reggente della corte d'appello di Palermo Ivan Marino. Marino ha affermato che la pericolosissima esposizione al rischio di alcuni pm finisce per isolare e scoprire i magistrati della giudicante. Di Matteo, titolare del procedimento della trattativa Stato-mafia, non è presente ala cerimonia essendo, a quanto pare, impegnato in attività professionali fuori dal palazzo di giustizia. Assenti anche gli altri magistrati che rappresentano l'accusa al processo sui presunti patti tra pezzi delle istituzioni e Cosa nostra.

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