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Da Ali Agca fiori nella tomba di Wojtyla: "Sentivo la necessità di farlo"

«Sentivo la necessità di fare questo gesto»: così Ali Agca ha spiegato negli uffici dell'Ispettorato di Polizia l'intenzione di portare fiori sulla tomba del Papa al quale sparò nel 1981. Ma i suoi documenti sono risultati irregolari e sarà espulso dall'Italia

CITTÀ DEL VATICANO. Due mazzi di rose bianche sulla tomba di Wojtyla e forse un desiderio, quello di incontrare Papa Francesco. Mehmet Alì Agca, l'ex 'lupo grigio'  che il 13 maggio del 1981 sparò contro Giovanni Paolo II in piazza San Pietro, oggi a sorpresa si è presentato in Vaticano.

In realtà aveva preannunciato questa visita il 15 dicembre scorso in un'intervista all'ANSA. «Vorrei andare sulla tomba di Giovanni Paolo II, che mi ha fatto visita in carcere. Non ho potuto partecipare ai suoi funerali e quindi vorrei rendergli omaggio come a un fratello spirituale», aveva detto appunto un paio di settimane fa, aggiungendo però che non aveva il visto. E infatti è stato fermato dalla polizia per un controllo dei documenti, prima all'Ispettorato vaticano, poi in Questura. Alì Agca vorrebbe anche incontrare Papa Francesco, anche se fonti vaticane non lo confermano. «È stato in basilica pochissimo, il tempo di portare i fiori sulla tomba di Giovanni Paolo II», riferisce il vicedirettore della sala stampa
vaticana, padre Ciro Benedettini, non aggiungendo nulla però su questa possibile richiesta di Agca. D'altronde l'ex terrorista turco aveva chiesto di incontrare Bergoglio già a fine novembre, quando Francesco si era recato in Turchia. Ma il Vaticano non accolse la richiesta e Agca di tutta risposta convocò una conferenza stampa a Istanbul dove, piccato, disse che la vita
del Papa non valeva neanche quella di un proiettile.

Per l'omaggio alla tomba di Wojtyla, Agca ha scelto una data simbolica: oggi infatti sono passati esattamente 31 anni dall'incontro a Rebibbia con il Papa polacco (nella foto un momento di quell'incontro). Un dialogo lungo, seduti uno di fronte all'altro, chiuso da un abbraccio. «Sentivo la necessità di fare questo gesto», ha spiegato oggi negli uffici dell'Ispettorato di Polizia ricordando che non aveva potuto partecipare ai funerali. «Vorrei andare sulla tomba di Giovanni Paolo II», aveva preannunciato il 15 dicembre all'ANSA, tornando a parlare anche della scomparsa di Emanuela Orlandi, lanciando nuove accuse al Vaticano. «È assolutamente viva e probabilmente è in qualche convento, forse è diventata suora - affermava -. Il Vaticano sa tutto, ma nega tutto. Sarà difficile che Emanuela possa riemergere da sola. Questo mistero continuerà per molti anni. Anche Papa Francesco non parla, perchè i suoi consiglieri gli dicono di non parlare». Il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, commenta: «Se sa qualcosa su Emanuela la riferisca agli inquirenti». In ogni caso Agca, nella visita di oggi a Roma, non ha contattato la famiglia Orlandi.

Agca comunque sarà espulso dall'Italia perchè i suoi documenti di soggiorno sono risultati irregolari, secondo quanto si apprende, e non conformi alla legge italiana dopo un controllo da parte della Questura di Roma. Secondo quanto si apprende, l'ex terrorista turco sarà trattenuto fino a lunedì quando gli sarà formalizzato il decreto di espulsione. Per Agca si opterebbe per un decreto di espulsione con accompagno alla frontiera.

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