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Ospedali italiani sotto la soglia di sicurezza per i parti, Sicilia tra le regioni peggiori

Sotto accusa un quarto dei centri italiani. Uno degli indicatori più importanti è quello che riguarda il volume di ricoveri per parto dove ancora molte strutture non raggiungono gli standard

ROMA. In Italia ci sono 133 strutture che effettuano meno di 500 parti l'anno (su 521 ospedali presi in considerazione), e che non rispettano quindi il parametro minimo fissato dai nuovi standard ospedalieri ministeriali. Le Regioni con più ospedali sotto la soglia di 'sicurezzà sono Campania, Sicilia e Lazio.

Lo evidenzia il Rapporto Esiti 2014. Uno degli indicatori più importanti è quello che riguarda il volume di ricoveri per parto dove ancora molte strutture non raggiungono gli standard. È stati infatti dimostrato i centri con un numero di nascite maggiori garantiscono migliori risultati per la salute delle donne e dei bambini. Il regolamento del Ministero della Salute sugli standard rimanda all'accordo Stato Regioni che, già nel 2010, prevedeva la chiusura delle maternità con meno di 500 parti.

Tumori:si muore di meno dove si cura molto,solo 20%strutture. Sempre dal Programma nazionale esiti viene fuori che per i tumori dove si fanno più interventi che si muore di meno, ma non tutte le strutture rispettano gli standard minimi dei volumi di operazioni previsti.

Nel rapporto viene rimarcato che per i tumori di colon, polmone, mammella e stomaco, in media, solo il 10-20% delle strutture rispetta gli standard minimi di volume.

Dove si fanno un numero maggiore di interventi si hanno esiti di cura migliori. Nel Pne viene però rimarcato che per i tumori di colon, polmone, mammella e stomaco sono ancora molte le strutture con bassi volumi (il dato non riporta l'attività per singola Unità di cura complessa ma identifica solo le strutture).

Nel 2013 in Italia, 805 strutture ospedaliere hanno eseguito interventi chirurgici per tumori del colon; tra queste, 106 (il 13,2%) hanno presentato un volume di attività superiore ai 50 interventi annui (la mortalità a 30 giorni diminuisce decisamente nelle strutture dove si effettuano più di 50-70 interventi annui). Per il tumore al polmone solo il 16% delle strutture (36 su 231) ha registrato volumi di attività superiore ai 100 interventi annui (anche in questo caso la mortalità a 30 giorni diminuisce laddove si fanno più di 50-70 interventi annui). Per il tumore alla mammella, le linee guida internazionali fissano lo standard di qualità minimo in 150 interventi annui.

In Italia solo il 13% delle strutture (98 su 761) ha avuto volumi superiori ai 150 interventi l'anno. Per il tumore allo stomaco, invece, la mortalità a 30 giorni dopo l'intervento diminuisce decisamente negli ospedali dive si eseguono più di 20-30 interventi l'anno, ma nel nostro Paese solo 108 su 662 strutture ospedaliere che eseguono l'operazione fanno più di 20 interventi annui (il 16%).

In ogni caso, sottolinea il Focus di Agenas "le conoscenze scientifiche, da sole, non consentono di identificare per gli indicatori di volume un preciso e puntuale valore soglia, minimo o massimo. Alla scelta di 'volumi minimi di attività' al di sotto dei quali non deve essere possibile erogare specifici servizi nel SSN devono necessariamente contribuire, oltre alle conoscenze sul rapporto tra efficacia delle cure e loro costi, le informazioni sulla distribuzione geografica e accessibilità dei servizi".

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