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Truffa alla Regione, annullato
il sequestro contro Nomura

Il tribunale del riesame ha annullato il provvedimento da 104 milioni nei confronti della banca d'affari giapponese e di 7 persone, 4 manager e tre professionisti

PALERMO. Il tribunale del riesame, presieduto da Antonella Consiglio, ha annullato il sequestro da 104 milioni di euro che era stato emesso dal gip Piergiorgio Morosini nei confronti della banca d'affari giapponese Nomura International Plc e di 7 persone, 4 manager e tre professionisti ritenuti responsabili di truffa ai danni della Regione Siciliana. Al momento non si conoscono le motivazioni.

 

Nell'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza sono coinvolti Fulvio Reina, difeso dagli avvocati Teo Calderone e Alberto Polizzi e Marcello Massinelli, difeso dall'avvocato Toni Gattuso titolari della società di intermediazioni LM Consulting, e Marco Modica De Mohac, presidente del Consorzio aziende sanitarie sicilianedifeso dall'avvocato Ivo Ferrara. I tre sono indagati per truffa aggravata dalla transnazionalità. Sotto sequestro erano finiti 23 terreni, 27 fabbricati e 13 società. Quanto ai manager della sede londinese di Nomura si tratta di Armando Vallini, Andrea Giordani, Stefano Ghersi e Arturo De Visdomini. Il danno per la Regione sarrebbe stimato a 175 milioni.

 

Le indagini - condotte dai pubblici ministeri Daniele Paci e Sergio Demontis e coordinate dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dal procuratore capo Francesco Messineo - avrebbero accertato la responsabilità amministrativa della banca d'affari giapponese Nomura Plc per i reati di truffa posti in essere da propri funzionari e dirigenti, reato che ha cagionato alla Regione Siciliana un danno che può stimarsi intorno ai 175 milioni di euro. La truffa - affermano le Fiamme Gialle - è stata realizzata ricorrendo ad artifici e raggiri posti in essere attraverso un'operazione di cartolarizzazione dei crediti sanitari e di tre complesse operazioni di finanza derivata. L'inchiesta era iniziata dall'operazione di cessione dei crediti sanitari per circa 630 milioni di euro vantati dalle strutture sanitarie siciliane nei confronti della Regione Siciliana. Nella prima fase dell'inchiesta, le Fiamme Gialle palermitane hanno dapprima esaminato la vicenda della cartolarizzazione dei crediti vantati da diversi operatori sanitari (Asl e strutture ospedaliere siciliane) verso la Regione per forniture risalenti agli anni 1995, 1997 e 1998. L'operazione, in concreto, si è realizzata, a partire dal 2002, attraverso la cessione dei crediti da parte dei creditori originari - confluiti nel 'Consorzio Aziende Sanitarie Siciliane Srl' - in favore della società 'Crediti Sanitari Regione Sicilia (C.S.R.S.) S.r.l.' di Milano, emanazione della banca avente sede legale a Londra.

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