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Piacenza, donna gettata dalla finestra dal suo fidanzato: arrestato un siciliano

PIACENZA. Daniela Puddu è stata scagliata  da una finestra al terzo piano, e uccisa, per un raptus di  gelosia. Il suo compagno, Dario Rizzotto, siciliano, originario di Salemi, pluripregiudicato e  nullafacente, con il quale aveva una relazione da un paio di  mesi, non sopportava che lei avesse ancora dei contatti con l' ex fidanzato.  La sera del 14 giugno, nell'appartamento al terzo piano di  via Illica a Fiorenzuola d'Arda (Piacenza), quando ha scoperto  che la donna stava chattando su Facebook con il suo ex, ne è  nata una violenta lite: l'ha aggredita e infine l'ha  defenestrata, uccidendola.    


È questa la ricostruzione degli ultimi istanti di vita della  37enne originaria di Iglesias che si è sfracellata sul  marciapiedi dopo un volo di undici metri. Ai carabinieri di  Fiorenzuola, subito accorsi, Rizzotto - da ieri in manette - ha  ripetuto fin da subito che si era trattato di un suicidio: «io  ero nell'altra stanza quando lei si è buttata». Ma nessuno gli  ha creduto. «O meglio - affermano il sostituto procuratore  Roberto Fontana e il capitano dei carabinieri Emanuele Leuzzi -  quella del suicidio è un'ipotesi che abbiamo preso in  considerazione, ma è stata subito scartata grazie agli indizi  raccolti in questi due mesi».    


Rizzotto era un tipo violento, lo aveva dimostrato diverse  volte. Tanti i precedenti specifici alle spalle. In un caso  aveva dirittura annotato di suo pugno sulle pagine di un diario  personale - un paio di settimane prima - di aver picchiato  selvaggiamente Daniela. Inoltre la 37enne non aveva mai mostrato  alcuna volontà suicida o segni di depressione.  I rilievi tecnici sul luogo del delitto si sono dimostrati  essenziali per far arrestare l'uomo, che ora è in carcere a  Piacenza accusato di omicidio volontario. Una macchia di sangue  su un muro dell'appartamento, sotto la finestra, per i  carabinieri è la prova evidente che prima del volo giù dalla  finestra vi era stata quella colluttazione che Rizzotto aveva  sempre negato, ma che i vicini di casa avevano invece  testimoniato avendo udito grida e rumori forti dall'abitazione. 


Decisivo anche il ritrovamento, sempre in casa, di un anello  della catena che la donna aveva al collo quando morì, altro  indizio di una colluttazione con il fidanzato dentro la casa.   «Quando una persona precipita dall'alto gettandosi  volontariamente - dicono in procura - il suo corpo non atterra  nella posizione in cui invece è stata trovata agonizzante la  ragazza dal 118 davanti a casa. Abbiamo comunque incaricato un  perito di effettuare una relazione sulla cinematica della  caduta». Gli inquirenti sottolineano che molto probabilmente, al  momento del delitto, l'indagato era sotto l'effetto di sostanze  stupefacenti e di alcol. 

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