PALERMO. «Il licenziamento è inefficace»: il Tribunale di Palermo ha «parzialmente accolto» il ricorso di due dei 23 giornalisti che facevano parte dell’ufficio stampa di Palazzo d’Orleans. Tuttavia non scatterà per la Regione l’obbligo di riassumere: previsto invece un maxi risarcimento danni che vale complessivamente quasi 200 mila euro e spese legali.
È una sentenza, quella emessa da Antonio Ardito, che va in controtendenza rispetto alle altre pronunciate da diversi magistrati dello stesso Tribunale sul caso dei licenziamenti all’ufficio stampa della Regione. E che arriva dopo l’ordinanza con cui la Consulta ha dichiarato l’inammissibilità delle questioni di legittimità costituzionali sollevate dai giudici del lavoro su richiesta dell’Avvocatura dello Stato.
Tutti assunti da Cuffaro e licenziati da Crocetta al momento del suo insediamento, i giornalisti avevano fatto ricorso. Andando incontro fino a ora a sconfitte in tribunale. Invece nel caso della giornalista difesa dall’avvocato Agostino Equizzi la sentenza è di parziale accoglimento. «In pratica - spiega l’avvocato - il giudice ha riconosciuto la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. E quindi ha dichiarato l’inefficacia del licenziamento». Ma la reintegrazione in servizio non scatta perchè è stato applicato il nuovo articolo 18, nella versione riformata dalla Fornero, che prevede un risarcimento danni e un’indennità sostitutiva del mancato preavviso. Il primo corrisponde a 10 mensilità uguali all’ultima percepita, che era di 9.559 euro lordi. L’indennità di mancato preavviso è stata valutata in 98.888 euro.
Risarcimenti analoghi dovrebbero essere stati assegnati a un secondo giornalista, difeso dall’avvocato Antonio Cimò: la sentenza però non è ancora nota. Ma sia nel primo che nel secondo caso la riassunzione non scatta perchè è stato riconosciuto il motivo oggettivo del licenziamento, cioè la carenza di risorse per pagare questo personale: questa la tesi difensiva di Crocetta. Che aveva sempre contestato la qualifica di caporedattore assegnata a tutti i componenti dell’ufficio stampa. Una qualifica prevista però da una legge del 1976 modificata negli anni successivi ma che non è mai stata abrogata, neppure dopo i licenziamenti dei 23 giornalisti. Crocetta aveva anche sostenuto che i contratti avessero natura fiduciaria e che per questo motivo si potesse licenziare all’inizio di un nuovo mandato presidenziale. L’avvocato Equizzi ha comunque annunciato che farà ricorso contro la sentenza di primo grado continuando a chiedere la reintegrazione in servizio della giornalista non ritenendo applicabile al pubblico impiego la riforma Fornero dell’articolo 18.
GIA. PI.
Licenziati dall’ufficio stampa, risarciti due giornalisti
Accolto il ricorso. Ventitré professionisti messi alla porta da Crocetta. Il Tribunale di Palermo: ma non scatta l’obbligo di riassunzione. La difesa: ricorreremo
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