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Pagati per stare nei musei, i precari restano a casa

I 1.300 custodi hanno già sforato il limite dei festivi. Rischio di chiusura nel momento di maggiore afflusso dei turisti. M5S: assegnazione fantasma. Crocetta: resistenze dei sovrintendenti ad accettare lavoratori Asu

PALERMO. Avrebbero dovuto favorire l'apertura domenicale e serale di musei e teatri antichi, dare una boccata d'ossigeno a un settore che rischia di collassare soprattutto nel periodo di massima affluenza turistica. Peccato, però, che quei 336 precari Asu, scovati dalla Regione e che fino a maggio scorso sarebbero stati pagati per non fare nulla, non sono mai arrivati nei siti archeologici. Della delibera di giunta, annunciata dal governo, negli uffici dell’assessorato regionale di via delle Croci non c'è traccia e per di più questo personale continua a guadagnare 670 euro al mese, pur rimanendo a casa.
Il risultato? Rischio off limits nei beni culturali. Come ogni anno, anche quest'estate è a rischio l'apertura domenicale, perché i circa 1300 custodi, che si occupano della vigilanza e di aprire e chiudere i musei hanno già sforato il tetto di giornate festive di lavoro previste dal loro contratto. 


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