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Catania, uccise la sua ex e il nonno: è scontro fra le perizie sull'imputato

CATANIA.  È stato aggiornato al prossimo 16 luglio con l'intervento dei periti di parte civile il processo, che si celebra davanti la Corte d'assise d'appello di Catania, a Loris Gagliano, il ventisettenne che in preda ad un raptus di gelosia, il 27 dicembre 2011, ha ucciso a coltellate la sua ragazza, Stefania Noce, coetanea, il nonno della giovane, Paolo Miano, di 71, e ferito in maniera non grave la moglie di quest'ultimo, Gaetana Ballirò, di 73 anni.    Il processo è incentrato sulla capacità di intendere e volere dell'imputato che ha chiesto di rinunciare al processo d'appello. I giudici dovranno valutare se è in grado di valutare la sua situazione psicofisica. Secondo i legali di parte civile, gli avvocati Enzo e Enrico Trantino, Gagliano sarebbe in grado di intendere e volere e starebbe attuando una «tecnica dilatoria».   
L'uomo, che è detenuto in carcere a Roma, in primo grado, il 5 aprile 2013, è stato condannato all'ergastolo dal Gup di Caltagirone, Marcello Gennaro, davanti al quale il procedimento si era celebrato col rito abbreviato.  
Teatro della sanguinosa vicenda fu Licodia Eubea, un paesino del Catanese. Gagliano subito dopo il duplice omicidio si allontanò a bordo della sua Ford Ka, ma la fuga fu interrotta nel primo pomeriggio quando l'omicida fu bloccato sul lungomare di Acate, in provincia di Ragusa, con i vestiti ancora macchiati di sangue e nell'auto il coltello usato come arma. Ai carabinieri e al gip confessò di essere l'autore del duplice omicidio, escludendo la premeditazione.

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