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Non si fermano gli sbarchi in Sicilia: ci sono anche morti e dispersi

PALERMO. Non conoscono tregua gli sbarchi di migranti, con l'immancabile corollario di morti e dispersi. In Sicilia oggi ne sono arrivati circa 980, mentre altri 1.300 sono stati 'dirottatì con la nave Etna a Taranto, per evitare un 'ingorgo' nell'isola, dove questure e prefetture sono sotto stress perchè, come osserva Carlotta Sami, portavoce in Italia dell'Unhcr, «non siamo in emergenza», ma «in una situazione difficile, strutturale». Spiegando le sue valutazioni con i numeri: «Siamo a ottomila arrivi circa nel fine settimana, 52 mila dall'inizio dell'anno». Cifre che fanno scattare l'allarme non soltanto in Sicilia, ma in tutto il Paese, tanto che domani al Viminale, il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, incontrerà il presidente dell'Anci, Piero Fassino, che aveva lanciato l'allarme di «un'emergenza senza precedenti» che necessita una risposta «immediata» da parte di Stato e Regioni«. Il sindaco di Torino chiede »uno sforzo straordinario perchè i
flussi migratori di queste ore superano in termini quantitativi ogni sbarco precedente« e »non si può pensare di scaricare sui comuni della Sicilia questa emergenza«.
Le cifre sugli arrivi sono anche difficili da seguire: si aggiornano di ora in ora. L'ultimo 'bollettino degli sbarchì parla di 529 profughi arrivati a Palermo con il mercantile panamense City of Sidon, per la cui ospitalità si è adoperata la Curia dando la disponibilità anche di locali delle parrocchie e della Caritas, facendo proprie le parole di Papa Francesco: aprire le chiese a chi soffre. Duecentoundici, salvati dalla nave cisterna Maersk Rhode Island, sono stati trasferiti a Porto Empedocle (Agrigento) e otto a Lampedusa; mentre altri 211 sono arrivati a Pozzallo a bordo di una motonave.
E con gli sbarchi non si arrestano neppure le tragedie del mare: tre migranti sono morti e due risultano dispersi durante un salvataggio di un gommone effettuato dalla petroliera maltese Norient Star, arrivata ieri pomeriggio a Pozzallo. Il comandante ha ricostruito alla polizia e alla Procura di Ragusa la dinamica del tragico incidente: i migranti hanno indossato i giubbotti di salvataggio lanciati da una motovedetta maltese, che si è poi
subito allontanata per un'altra operazione di soccorso, ma il gommone nell'avvicinarsi alla petroliera si è bucato e si è sgonfiato. I passeggeri si sono buttati a mare e sono annegati
'schiacciatì dal gommone che si è rovesciato. Tre corpi sono stati recuperati, altri due sono stati trascinati via dalla corrente. Dinamica simile a quella di un altro mercantile che ha soccorso dei migranti in mare aperto su dei gommoni: due migranti sono scivolati in mare e sono dispersi.
A Taranto sono arrivati in circa 1.300 migranti, con 400 nuclei familiari. Oltre 800 erano su pattugliatore 'Diciottì che doveva dirigersi prima a Catania e successivamente dirottato
a Pozzallo, poi i 'passeggerì sono stati trasbordati su nave Etna e condotti in Puglia. Un viaggio lungo per i migranti, giunti stremati e anche anche dodici casi di scabbia, che i
medici ritengono sotto però controllo.
Non si fermano neppure le attività giudiziarie, con i fermi di scafisti: oggi sono stati due, uno a Pozzallo e l'altro a Catania, ma lista si allunga di giorno in giorno. A Catania
intanto il Tribunale del riesame ha rigettato l'accusa di omicidio volontario contestata al 'capitano' e al 'marinaiò del peschereccio che il 12 maggio scorso è naufragato causando 17 vittime, comprese 12 donne e due bambine. Per i giudici non c'è prova della volontarietà, ma la morte sarebbe giunta come conseguenza di un altro delitto, ovvero il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. La Procura ha annunciato ricorso.

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