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Una lettera al Papa: «Caro Francesco, lascia che amiamo i tuoi sacerdoti»

Il celibato dei preti, missiva di 26 donne. Padre Scordato: «Affrontare gli argomenti “Intoccabili”». Padre Talluto: «Una decisione che riguarda tutta la Chiesa»

PALERMO. Con una lettera che racconta come è terribile amare un prete in lunghe e sofferte storie clandestine, 26 firmatarie italiane «coinvolte sentimentalmente con un sacerdote o religioso» si appellano a Papa Francesco e gli chiedono di rivedere la norma sul celibato. La risonanza è planetaria, l'appello coincide con un «sondaggio» che lo stesso Papa Bergoglio ha appena messo in moto, l'invio di un questionario a tutte le comunità parrocchiali e diocesi del mondo sui temi cruciali e fra tanti altri c'è l'attenzione al ruolo delle donne, omosessualità, divorzio, limitazioni e divieti per il sacerdozio. Tutte le chiese hanno risposto o stanno per farlo, ci sarebbero già le prime indicazioni in ambito europeo, e in prospettiva c'è grande attesa per un Sinodo sulla famiglia che il pontefice ha annunciato nei prossimi mesi. Intanto in alcune diocesi italiane il referendum su sacerdozio, famiglia e celibato è stato avviato in anticipo e la parrocchia di San Saverio a Palermo «si è espressa a grande maggioranza contro il celibato: ha risposto alla domanda sulla eventuale disponibilità di offrire a un padre o a una madre di famiglia che abbiano carisma la possibilità di guidare una comunità cattolica - ricorda padre Cosimo Scordato -. Il questionario è stato sottoposto un paio di anni fa, e ora il momento è opportuno. Dopo un millennio di celibato, alcuni argomenti intoccabili in passato oggi sembrano trovare maggiori possibilità di essere affrontati».

E nel caso che la chiesa di Papa Francesco decidesse la svolta, come si potrebbe avviare il percorso? Risponde un docente di Diritto canonico della facoltà Teologica di Sicilia, Vincenzo Talluto, che è anche giudice del Tribunale ecclesiastico: «Il problema è legato alle decisioni di tutta la Chiesa e risale a scelte operate fra il III e il IV secolo confermate recentemente anche da Giovanni Paolo II». E dunque un problema insormontabile, il celibato è irriformabile? «Con il pronunciamento di tutta la Chiesa, al limite si potrebbero valutare le posizioni caso per caso e alcuni sacerdoti potrebbero essere esclusi dall'obbligo del celibato».

Fra le reazioni suscitate dalla lettera, vengono accolte «con entusiasmo» dall'associazione dei Sacerdoti lavoratori sposati le dichiarazioni del segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, che in un'intervista a Quotidiano Nazionale esprime l'augurio che nella Chiesa italiana «si possa parlare di qualsiasi argomento, di preti sposati, di eucarestia ai divorziati, di omosessualità, senza tabù, partendo dal Vangelo e dando ragioni delle proprie posizioni». «I preti sposati rappresentano una risorsa per la Chiesa Cattolica, che vede le fila del clero assottigliarsi ogni giorno di più», intervengono gli stessi Sacerdoti lavoratori sposati. E la loro associazione rilancia: «Auspichiamo che col crescere della penuria di preti, il tema del celibato verrà discusso ancora».

Ma ecco cosa scrivono le donne che amano i preti. «Caro Papa Francesco, siamo un gruppo di donne da tutte le parti d'Italia (e non solo) che ti scrive per rompere il muro di silenzio e indifferenza con cui ci scontriamo ogni giorno. Ognuna di noi sta vivendo, ha vissuto o vorrebbe vivere una relazione d'amore con un sacerdote, di cui è innamorata». Inizia così la lettera firmata (con il solo nome di battesimo più l'iniziale del cognome o la città di provenienza, ma nella raccomandata inviata in Vaticano c'era un cognome e c'erano recapiti telefonici) da 26 donne che affermano di vivere relazioni sentimentali con dei preti. Le firmatarie si definiscono «un piccolo campione» ma affermano di parlare a nome di tante che «vivono nel silenzio». «Come tu ben sai - si legge ancora nella missiva - sono state usate tantissime parole da chi si pone a favore del celibato opzionale, ma forse ben poco si conosce della devastante sofferenza a cui è soggetta una donna che vive con un prete la forte esperienza dell'innamoramento. Vogliamo, con umiltà, porre ai tuoi piedi la nostra sofferenza affinché qualcosa possa cambiare non solo per noi, ma per il bene di tutta la Chiesa».

«Noi amiamo questi uomini, loro amano noi - scrivono le 26 donne - e il più delle volte non si riesce pur con tutta la volontà possibile, a recidere un legame così solido e bello, che porta con se purtroppo tutto il dolore del “non pienamente vissuto”. Una continua altalena che dilania l'anima. E quando, straziati da tanto dolore, si decide per un allontanamento definitivo, le conseguenze non sono meno devastanti e spesso resta una cicatrice a vita per entrambi. Le alternative sono l'abbandono del sacerdozio o la persistenza a vita di una relazione segreta».

Secondo le firmatarie, il servizio totale «a Gesù e alla comunità» sarebbe svolto «con maggiore slancio da un sacerdote che non ha dovuto rinunciare alla sua vocazione all'amore coniugale, unitamente a quella sacerdotale, e che sarebbe anche supportato dalla moglie e dai figli». Le 26 donne si appellano al Papa chiedendo di essere da lui convocate «per portare davanti a te umilmente le nostre storie e le nostre esperienze, sperando di poter attivamente aiutare la Chiesa, che tanto amiamo, verso una possibile strada da intraprendere con prudenza e giudizio». «Grazie Papa Francesco! - così si conclude la missiva - Speriamo con tutto il cuore che tu benedica questi nostri amori, donandoci la gioia più grande che un padre vuole per i suoi figli: vederci felici!».

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