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Il cugino di Messina Denaro: pensa solo ai soldi

PALERMO. «Sempre di soldi si parlava, signor presidente, solo di soldi». Così Lorenzo Cimarosa, imprenditore di 54 anni, cugino di Matteo Messina Denaro, risponde alle domande del pm Paolo Guido e del presidente dei Gip-Gup di Palermo, Cesare Vincenti, nell’incidente probatorio voluto dalla Direzione distrettuale antimafia. Come riportato sul Giornale di Sicilia oggi in edicola il boss latitante era così assatanato di denaro al punto che volle a tutti i costi che gli venissero consegnati ottomila euro entro il 31 ottobre scorso, a completamento di una «dazione» da 60 mila euro erogata in più tranche. Servivano a qualcosa di urgentissimo.

A luglio dell’anno scorso Patrizia Messina Denaro, sorella del boss, aveva consegnato a Cimarosa un pizzino di Matteo, poi bruciato: «Nella lettera c’era scritto praticamente che lui (Matteo, ndr) stava male finanziariamente, che non poteva mangiare più, sempre e solo di soldi si parlava. Mai un grazie per quello che avevamo fatto». Matteo tiene a preservare il nipote Francesco Guttadauro, pure lui in cella da novembre. Patrizia invece mi ricordò che non dovevo dire niente neanche ai suoi, che era stata lei che mi aveva dato quella lettera». Gli ultimi ottomila euro non erano pronta cassa: Cimarosa chiede aiuto allo zio, Giovanni Santangelo, che a sua volta si rivolge alla sorella, suocera di Cimarosa. Fanno una specie di colletta, perché nemmeno la donna ha tutti i soldi, chiedono un prestito a un amico di Santangelo. Lo spietato e tempestivo esattore è il nipote prediletto: Guttadauro.

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