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Expo, "corruzione e turbativa d'asta": arrestati Angelo Paris e Primo Greganti

MILANO. A distanza di poco più di un mese dall'arresto di Antonio Rognoni, ex dg di Infrastrutture Lombarde, società coinvolta nella realizzazione delle più importanti opere pubbliche lombarde, un vero e proprio terremoto giudiziario si è abbattuto oggi sull'Expo, in programma tra un anno a Milano.     
In carcere, infatti, è finito uno dei manager più importanti di Expo 2015 spa, il «responsabile dell'Ufficio contratti», Angelo Paris, e con lui anche due vecchi 'protagonistì della stagione di Tangentopoli, Primo Greganti e Gianstefano Frigerio, i quali assieme all'ex senatore di Forza Italia, Luigi Grillo, avrebbero creato una «saldatura» tra imprese, cooperative e tutti gli schieramenti politici, da destra a sinistra fino alla Lega, per condizionare e assegnare appalti in cambio di tangenti.    
 «Abbiamo reciso nel più breve tempo possibile i rami malati, proprio per consentire ad Expo di ripartire al più presto», ha chiarito il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, il quale, a chi gli ha fatto notare che questa era una delle inchieste citate dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo nell'esposto contro di lui al Csm, ha risposto: «Robledo non ha condiviso l'impostazione e non ha vistato gli atti».    
Secondo il procuratore aggiunto Ilda Boccassini e i pm Claudio Gittardi e Antonio D'Alessio, negli ultimi due anni avrebbe operato in Lombardia una vera e propria «cupola» che prometteva «avanzamenti di carriera», grazie a «protezioni politiche», a manager e pubblici ufficiali disponibili a pilotare le gare a favore degli imprenditori che versavano le mazzette. E così nell'ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Fabio Antezza, compaiono i nomi di numerosi politici, tra cui Silvio Berlusconi, che avrebbe ricevuto lo stesso Paris ad Arcore lo scorso febbraio, ma anche quello di Cesare Previti. «Non c'è nessun politico nazionale indagato, allo stato», hanno chiarito i pm, spiegando, tra le altre cose, che la «sede sociale» dell'associazione per delinquere (contestati anche i reati di corruzione, turbativa d'asta e rivelazione di segreto d'ufficio) si trovava a Milano in un centro culturale intitolato a Tommaso Moro. Centro di cui era presidente Frigerio, ex parlamentare Dc, già condannato ai tempi di Mani Pulite e attualmente collaboratore dell'Ufficio Politico del Ppe a Bruxelles. E se Frigerio, detto «il Professore» o «l'Onorevole», dalle intercettazioni sembra essere stato in stretti rapporti con l'ex premier («il mio capo mi ha chiamato ad Arcore», diceva in una conversazione del 10 maggio 2013), Greganti, noto come il collettore delle 'mazzette rossè più di 20 anni fa, nella «cupola» era, come scrive il gip, il «soggetto legato al mondo delle società cooperative di 'area PD»', le quali, come hanno chiarito i pm, venivano da lui protette e favorite negli appalti. Anche Grillo, detto 'Gigì e già coinvolto nell'inchiesta Bpi-Antonveneta, benchè uscito più di un anno fa dal Parlamento ha mantenuto, si legge nell'ordinanza, «intatta la capacità di relazionarsi ad alto livello con il mondo politico-parlamentare», la vera «leva», secondo i magistrati, per 'inquinarè le gare.     
Così un importante appalto per l'Expo 2015 «del valore di 67 milioni di euro» sarebbe stata aggiudicato «in favore di un'A.T.I. partecipata da Celfa soc. coop. oltre che dalla Maltauro costruzioni s.p.a.», società di Enrico Maltauro, imprenditore vicentino, anche lui finito in carcere. Si tratta della gara riguardante le cosiddette «Architetture di servizio» e che sarebbe stata condizionata, secondo quanto riportato dall'ordinanza, in cambio di una 'steccà da «600mila euro da suddividersi in parti uguali» tra i partecipi dell'associazione , tra cui anche Sergio Cattozzo, ex segretario dell'Udc della Liguria (per Rognoni, invece, nuova misura di arresti domiciliari). Paris avrebbe riservato, secondo il gip, «un trattamento preferenziale ad imprese di riferimento dell'associazione» in relazione anche ad altri appalti per l'Expo, tra cui quello relativo «al 'progetto vie d'acquà».   
  Poi anche il tentativo di condizionare altri appalti «minori» dell'Expo, come quello dell'area parcheggi, e gli interventi sui dg di una serie di ospedali e sul progetto 'Citta della Salutè da 350 milioni, oltre all'appoggio continuo a Giuseppe Nucci, ex ad della società pubblica Sogin che si occupa dello smaltimento delle scorie nucleari. Nel settembre 2013 Cattozzo, parlando di una sfumata nomina di Nucci (indagato), diceva che anche Greganti «era convinto che si potesse ancora correre su Nucci Presidente perchè Pierluigi Bersani ha detto 'io sono d'accordissimo'».

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