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Incidenti a Roma, Alfano: "Lo Stato non tratta con le curve e rafforzeremo il Daspo"

ROMA. «Lo Stato c'è, è forte e non fa trattative con le curve». Così il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, intervistato da Rtl, torna sugli scontri di sabato sera a Roma in occasione della finale di Coppa Italia.  «Lo Stato - ha sottolineato Alfano - si è battuto contro la mafia, figuriamoci se può avere paura di qualche facinoroso, di qualche belva travestita da tifoso, che va in giro per le città con catene e spranghe. Lo Stato è più forte di chi vuole batterlo». «All'Olimpico la tensione è scoppiata per fatti verificatisi a tre-quattro chilometri dallo stadio. Perciò il capitano del Napoli Hamsik è andato a dire alla Curva non 'datemi il permesso di giocarè, ma che il tifoso napoletano non era stato ferito in un contesto collegato a faide tra tifoserie». ha detto il ministro. La finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina «è stata avviata perchè l'ordine pubblico era garantito dentro e fuori lo stadio».


"SE E' IL CASO, DASPO A VITA". «A fine campionato ci riuniremo assieme alle società per prendere decisioni in vista del nuovo campionato. Abbiamo già fatto alcune cose, se non bastano siamo pronti a lavorare per estendere l'uso del daspo fino ad arrivare al daspo a vita». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, intervistato da Rtl. «Ora - ha ricordato Alfano - il daspo vale per cinque anni, estendibili ad altri cinque in caso di recidiva. Noi puntiamo ad aumentare la pena per la recidiva a otto-dieci anni ed allargarla anche al gruppo, al branco. Se si dice a un tifoso che per 15 anni o per tutta la vita non può andare allo stadio si avranno risultati». Insieme alle società, ha proseguito il ministro, «abbiamo già avviato un lavoro che prevede anche la separazione dei settori dello stadio per non penalizzare l'intera curva. Le società sono sane, non vogliono avere a che fare con i tifosi violenti e lo Stato deve aiutarle ad emanciparsi. Faremo ciò che serve per trovare un punto di equilibrio tra sicurezza e partecipazione perchè ci teniamo anche ad avere gli stadi pieni e che possano essere frequentati dalle famiglie».


"INDIGNATO PER LA MAGLIETTA SPEZIALE LIBERO". «Quella maglietta mi ha indignato ed ho telefonato alla vedova Raciti per dire che noi ci sentiamo tutti Raciti ed è inaccettabile che le divise e l'onore dei poliziotti vengano messi in discussione. Io sto dalla loro parte». Lo ha detto a Rtl il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, commentando la t-shirt del capo tifoso Genny 'a carogna che inneggiava a "Speziale libero" (Speziale è il giovane condannato per la morte dell'agente Filippo Raciti nel 2007 per gli incidenti al di fuori dello stadio di Catania).

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