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Formazione, addio all’era Cefop: il testimone passa al Cerf

Il consorzio è formato anche da imprese romane. Nella transizione 408 lavoratori hanno dovuto rinunciare a parte del loro trattamento economico

PALERMO. Si chiude l’era del Cefop: quello che è stato il più grande ente di formazione siciliana passa il testimone al Cerf, il consorzio che ha rilevato le attività formative e i relativi finanziamenti. La Uil ha comunicato che il dipartimento regionale della Formazione ha impegnato la spesa per il 2014 sbloccando 14 decreti su 17, già registrati dalla Ragioneria. Tra qualche giorno, il sindacato spiega che la dirigente generale Anna Rosa Corsello tramite un decreto consentirà di procedere alla voltura dei finanziamenti a favore dell’acquirente Cerf, che potrà così avviare le attività formative 2013/2014. In tutto le somme sbloccate ammonterebbero a 12 milioni di euro sui 16 milioni circa attesi e consentiranno di far tornare al lavoro 400 formatori.
Si chiude quindi una vertenza nata nel 2011 e che ha coinvolto un migliaio di lavoratori alle dipendenze del più grosso ente formativo siciliano. Il piano messo a punto da governo e sindacati alla fine ha consentito di far transitare 350 licenziati al progetto Prometeo presso il Ciapi di Priolo e altri 185 formatori degli sportelli nel progetto Spartacus che si svolgerà presso lo stesso ente regionale, utilizzato dall’assessorato guidato da Nelli Scilabra come paracadute per i lavoratori del settore in esubero.
Ad acquisire il Cefop, per 10 mila euro, è stato il Cerf, consorzio formato da imprese romane e dalle siciliane Anfe, Ires, Isas e Anapia. Ma per transitare nella nuova struttura, i 408 ex dipendenti Cefop hanno dovuto rinunciare a parte del proprio trattamento economico e a eventuali contenziosi col Cefop. Su 408 lavoratori almeno 380 avrebbero dato l’ok alla proposta di assunzione a tempo indeterminato in deroga a un articolo che consente proprio agli acquirenti di società sotto azione fallimentare di chiedere la deroga alla garanzia del trattamento economico dei lavoratori. Torneranno così al lavoro con un livello retributivo di partenza, ma il salario anzianità sarà ricostituito in due anni grazie a un apposito fondo. Alcuni ex dipendenti Cefop, poco più di venti, si sarebbero invece opposti alle regole della nuova proprietà e assieme agli esclusi sono pronti a dare battaglia nelle aule di tribunale. Del resto la tensione nel settore continua a restare alta, soprattutto nel rapporto tra enti e assessorato. Le associazioni che rappresentano le strutture accreditate, ovvero autorizzate dalla Regione a tenere i corsi, chiedono garanzie sulla terza annualità dell'Avviso 20, il bando col quale la Regione da due anni finanzia il settore. Ma il governo è al lavoro per varare la riforma che rivoluzionerà in Sicilia la formazione professionale. In più occasioni, sia Crocetta sia l'assessore Scilabra hanno fatto intendere che se è vero che i lavoratori saranno salvati, per gli enti privati in futuro potrebbero esserci spazi di manovra minimi. Sarà l'amministrazione regionale infatti a stabilire quali corsi organizzare, in collaborazione con le imprese, e quali criteri rispettare per garantire agli allievi maggiori possibilitá di trovare un lavoro.

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