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Inchiesta sulle assunzioni al 118, respinta l'istanza di ricusazione

I condannati sono l'ex governatore Totò Cuffaro, Francesco Cascio, Antonio D'Aquino, Mario Parlavecchio, Giovanni Pistorio, Francesco Scoma, Michele Cimino, Fabio Granata, Carmelo Lo Monte e Innocenzo Lentini, Giuseppe Arcidiacono, Giuseppe Basile, Giancarlo Confalone, David Costa, Nino Dina, Santi Formica e Angelo Moschetto

PALERMO. La Sezione giurisdizionale d'appello della Corte dei Conti ha respinto l'istanza di ricusazione del collegio che avrebbe dovuto esaminare la richiesta di revocazione della sentenza d'appello presentata da 16 dei 17 politici condannati in secondo grado a risarcire 730 mila euro ciascuno per danno erariale provocato alla Regione. Il danno sarebbe stato determinato da 512 delle 3 mila assunzioni di barellieri alle Sise, oggi Seus, che gestisce il servizio di emergenza del 118. La sentenza è dunque ormai definitiva.  
   
I condannati sono l'ex governatore Totò Cuffaro, Francesco Cascio, Antonio D'Aquino, Mario Parlavecchio, Giovanni Pistorio, Francesco Scoma, Michele Cimino, Fabio Granata, Carmelo Lo Monte e Innocenzo Lentini (all'epoca presidente e assessori), Giuseppe Arcidiacono, Giuseppe Basile, Giancarlo Confalone, David Costa, Nino Dina, Santi Formica e Angelo Moschetto (all'epoca componenti della commissione).
Nei prossimi giorni il presidente della stessa Sezione, Pasquale Iannantuono,  fisserà la data dell'udienza nella quale sarà esaminata la richiesta di revocazione della sentenza d'appello normalmente definitiva,  una sorta di revisione del processo contabile prevista in casi eccezionali.
Secondo il collegio giudicante, il giudizio di revocazione non può tradursi in un ulteriore grado di giudizio ma può solo prendere atto di eventuali errori di fatto o di calcolo.

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