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Alloggi popolari, 6.500 occupati abusivamente

Nel mirino anche gli immobili confiscati alla cosche. La commissione regionale Antimafia apre un’istruttoria-denuncia. Solo a Palermo sarebbero abitate senza titolo 3.100 case dello Iacp e un migliaio del Comune. «L’ingresso delle famiglie gestito dalla criminalità organizzata»

PALERMO. Almeno 6.500 alloggi popolari in Sicilia sono occupati abusivamente. Immobili di proprietà degli Istituti autonomi case popolari o dei Comuni che vengono sottratti a possibili assegnatari regolarmente iscritti in graduatoria. Perfino qualche immobile confiscato alle cosche sarebbe stato occupato abusivamente e anche per questo motivo la commissione regionale Antimafia, guidata da Nello Musumeci, ha deciso di aprire una istruttoria: una sorta di indagine amministrativa che ha l’obiettivo di fotografare il fenomeno e denunciare le irregolarità.

Il fenomeno non è ovviamente nuovo ma sono i numeri a dare la dimensione di come stia crescendo. Dalla prima audizione in Antimafia, a fine dicembre, è venuto fuori un monitoraggio. A farlo sono stati il Sunia e il Sicet, i sindacati degli inquilini. Secondo Giuseppe Armanio del Sunia «a Palermo sono occupati abusivamente almeno 3.100 alloggi di proprietà degli Iacp e un migliaio di proprietà del Comune. E sommando i casi in tutta la Sicilia si arriva ad almeno 6.500 case occupate senza titolo». Ma il Sunia ha illustrato altri aspetti meno noti del fenomeno: «Malgardo siano abusivi, gli occupanti versano in molti casi ai Comuni una somma stimabile in 52 euro al mese che viene considerata come una sorta di canone forfettario di godimento. Lo fanno perchè, soprattutto se hanno i requisiti previsti dalle leggi sugli alloggi popolari, sperano di poter rientrare in eventuali sanatorie». L’ultima sanatoria risale al 2001 e prevedeva appunto che, se si rientrava nei limiti di reddito e di condizione familiare, si poteva riscattare l’immobile. Ma valeva solo per le occupazioni precedenti al 2001, da allora a oggi vari tentativi di ripetere la sanatoria sono stati regolarmente impugnati da Commissario dello Stato.

In attesa della sanatoria però, come ha denunciato in commissione Antimafia anche Carlo D’Alessandro del Sicet, le occupazioni abusive aumentano di mese in mese e dietro questa attività è sempre più visibile il ruolo della mafia che organizzerebbe l’ingresso degli occupanti nelle case e, secondo il sindacato, riceverebbe anche un pagamento. Il Sicet ha proposto di sanzionare gli abusivi e ha anche ricevuto minacce per le due denunce. E da qui è partita la commissione Antimafia per accendere i riflettori: «Vogliamo verificare - spiega Musumeci - in che misura sulla gestione delle case abusive ci sia il controllo della mafia. E vogliamo capire perchè da quando gli immobili vengono completati a quando viene fatta l’assegnazione passa così tanto tempo da permettere agli occupanti abusivi di insediarsi».

In realtà, spiega ancora Armanio del Sunia, spesso gli abusivi entrano negli immobili anche prima che vengano completati e poi si allacciano (sempre abusivamente) ai servizi. In altri casi il problema si è creato perchè gli immobili sono stati iniziati da imprese che, una volta fallite, li hanno lasciati incompleti aprendo di fatto la strada agli abusivi. In più, nel caso di Palermo, dal ’94 non vengono progettati nuovi immobili per case popolari e le ultime assegnazioni realmente fatte risalgono al 2009: per il resto in lista d’attesa ci sono solo a Palermo 9.865 famiglie (35 mila nell’intera Sicilia), tutte scalzate dagli occupanti abusivi. «Abbiamo notizia - conclude Armanio - di occupazioni abusive anche di immobili della curia e perfino di case confiscate alla mafia e non ancora utilizzate dal Comune».
In questa direzione andrà avanti l’indagine dell’Antimafia: «Nei prossimi giorni - conclude Musumeci - convocheremo i vertici dell’assessorato regionale alle Infrastrutture e degli Iacp per capire se si configurano responsabilità amministrative per i ritardi nelle assegnazioni».

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