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Strage Capaci, indagini concluse: si va verso un nuovo processo

PALERMO. Si prepara un nuovo processo  per la strage di Capaci nella quale fu ucciso il giudice  Giovanni Falcone. Il filone d'indagine aperto con le  dichiarazioni di Gaspare Spatuzza è arrivato a una svolta: i pm  di Caltanissetta hanno inviato nove avvisi di conclusione  indagine. Oltre a Spatuzza, sono indagati Salvino Madonia,  Giuseppe Barranca, Cristofaro Cannella, Cosimo Lo Nigro, Giorgio  Pizzo, Vittorio Tutino, Lorenzo Tinnirello e Cosimo D'Amato.  L'accusa sostiene che l'attentato, ordinato da Totò Riina e  dai vertici della «cupola» già condannati in altri processi,  mirava non solo a eliminare Falcone come un grande nemico di  Cosa nostra ma perseguiva anche l'obiettivo di attaccare lo  Stato. Alla stessa strategia criminale va ricondotta la strage  di via D'Amelio nella quale, 55 giorni dopo Capaci, morì Paolo  Borsellino.  I boss avevano deciso di spargere terrore per indurre lo  Stato ad attenuare la pressione investigativa e ad aprire un  canale di «trattativa».     L'ordigno usato a Capaci sarebbe stato messo a disposizione  da D'Amato che aveva ripescato due ordigni bellici con 200 chili  di tritolo. L'esplosivo sarebbe stato consegnato a Lo Nigro  perchè, sotto la regia di Giuseppe Graviano, fosse ridotto in  polvere per il confezionamento di un nuovo micidiale ordigno.  L'inchiesta, come ricostruisce oggi Il Giornale di Sicilia,  ha messo in luce, grazie alle rivelazioni di Spatuzza e del  collaboratore Fabio Tranchina, il ruolo centrale svolto dai  fraelli Filippo e Giuseppe Graviano boss di Brancaccio.  

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