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Stato-mafia, pentito racconta incontro tra Borsellino e il ministro Mancino

PALERMO. «Il primo luglio del 1992, in un posto vicino alla prefettura di Roma, incontrai Borsellino perchè stavo collaborando con la giustizia. Durante l'interrogatorio lui ricevette una telefonata dal ministero e mi disse che si doveva allontanare perchè doveva incontrare il
ministro». Lo ha raccontato il pentito Gaspare Mutolo che sta deponendo al processo sulla trattativa Stato-mafia. Il ministro al quale si riferisce Mutolo era Nicola Mancino, all'epoca alla guida del Viminale, oggi indagato per falsa testimonianza al processo. Sull'incontro Mancino, che inizialmente aveva detto di non ricordarlo, ha sostenuto di non poterlo escludere.


Poco prima di avere ricevuto la telefonata dal ministero, Borsellino aveva appreso dal collaboratore la sua intenzione di parlare di uomini dello Stato in contatto con la mafia come il funzionario di polizia Bruno Contrada, il giudice Domenico Signorino e il magistrato di Cassazione Corrado Carnevale. «Borsellino - ha aggiunto Mutolo - ritornò dopo due ore. Era arrabbiatissimo, fumava due sigarette insieme e io capii dopo perchè. Mi disse di avere incontrato, fuori dalla stanza del ministro, Contrada e l'ex capo della polizia Vincenzo Parisi. Contrada mostrò di sapere dell'interrogatorio in corso con me che doveva essere segretissimo. Anzi gli disse: "So che è con Mutolo, me lo saluti"». «Io intuii - ha proseguito il pentito - che Borsellino era arrabbiato perchè del nostro colloquio riservatissimo erano venuti a conoscenza personaggi discutibili».

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