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Formazione, aperta inchiesta a Enna Da accertare se i corsi si svolgono tutti

Sul caso indaga la guardia di finanza. Alla procura due denunce: una per pagamenti non ricevuti, l’altra per rilascio di titoli falsi

ENNA. La Procura di Enna ha aperto un'inchiesta sui corsi di formazione della Regione svolti in provincia negli ultimi anni. L’inchiesta è coordinata dal pm Fabio Scavone.
A confermare l’apertura dell'indagine, anche a seguito della presentazione di almeno due denunce, è il procuratore capo Calogero Ferrotti. Si indaga sull'utilizzo di denaro pubblico nei corsi di formazione, al fine di comprendere «l'effettività dei corsi», ha spiegato il capo della Procura.
L'indagine sarebbe estesa a vari enti di formazione, anche oltre i contenuti delle denunce, presentate da alcuni giovani della provincia, assistiti dall'avvocato Sinuhe Curcuraci. Sarebbero due distinte, con un solo comune denominatore: la formazione. Nel primo caso, a sporgere denuncia sono stati assieme corsisti e formatori. I «ragazzi» che seguivano le lezioni, in pratica, avrebbero dovuto ricevere 7 euro al giorno. I formatori, a loro volta, dovevano essere pagati. Ma non avrebbero visto un soldo, né i primi né i secondi. Questo caso, da quanto si apprende, non sarebbe isolato, ma presenterebbe analogie con una grossa inchiesta già in corso da tempo a Catania. Il parallelo è confermato anche dal procuratore Ferrotti. Ma, come si diceva, per il momento non viene aggiunto altro.
La seconda denuncia riguarda pure un corso di formazione, ma non è chiaro se ci siano dietro enti finanziati con denaro pubblico o semplici privati: i partecipanti, in sostanza, avrebbero pagato, seguito delle lezioni, svolto un tirocinio e poi, dopo avere anche sostenuto e superato degli esami, scoperto che potrebbero essere stati raggirati. Il titolo, con cui speravano di potere lavorare, sarebbe stato fasullo.
Per l'indagine sono state conferite specifiche deleghe agli uomini della Guardia di Finanza. Si tratta di materiale coperto dal più assoluto riserbo, su cui si lavorerà al secondo piano del Palazzo di Giustizia di Enna, anche con l'esito delle deleghe conferite alle Fiamme Gialle. E soltanto dopo si potranno sciogliere tutti i nodi relativi ai contenuti dell'indagine.
Secondo quanto si apprende, in pratica, il procuratore vuole vedere chiaro sull'andamento di questi corsi, per comprendere se davvero tutti quelli per cui sono arrivati finanziamenti da Palermo si siano svolti; e quale sia stata, al di là di questo, la gestione del denaro. Per questo sarebbe stata acquisita tutta la documentazione.
Non è stato comunicato inoltre se siano già stati effettuati interrogatori o altre attività investigative, ma sul particolare - oltre che sull'eventuale iscrizione di qualcuno sul registro degli indagati - il procuratore Ferrotti non ha voluto sbilanciarsi. Si indaga sulla formazione anche a Enna, dunque, dopo le denunce pubbliche del presidente della Regione Rosario Crocetta sulla gestione di alcuni corsi in altre zone dell'Isola, che ha definito, con un'espressione forte, un «pozzo di San Patrizio del malaffare».

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