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Crisi degli alberghi, Acqua Marcia avvia i licenziamenti di 134 dipendenti

I tagli riguardano anche Villa Igiea e l’Excelsior di Palermo, Des Etrangers di Siracusa e l’Excelsior di Catania. L’azienda: perdite fino all’87%. Nel piano pure la chiusura dell’Hotel delle Palme

PALERMO. Acqua Marcia Turismo spa, società in concordato preventivo, ha comunicato ai sindacati del settore turismo di avere avviato la procedura di licenziamento collettivo per 134 dipendenti su un organico totale di 213. Nel piano è anche prevista la chiusura del Grand Hotel et Des Palmes di Palermo. Una rivoluzione dell'assetto organizzativo che riguarderà il Grand Hotel Villa Igiea di Palermo, il Des Etrangers & Spa di Siracusa, il Grand Hotel et Des Palmes di Palermo, l'Excelsior Grand Hotel di Catania e l'Excelsior Hilton di Palermo.
Nella lettera inviata ai sindacati, la società spiega che, «nonostante le misure messe in atto per contenere i costi, come la proroga della cassa integrazione in deroga e il sostegno al reddito, l'andamento delle strutture ricettive non è migliorato». Così, secondo la società, nell'ultimo triennio, «Villa Igiea ha registrato una perdita di gestione pari al 39% del fatturato; - 54% per l'Excelsior di Catania, -71% le Palme, -70% l'Excelsior di Palermo e -87% il Des Etrangers di Siracusa».
«Per ciò che dispone il concordato - scrive inoltre la società - c’è l’obbligo dell'azienda di dar luogo ad azioni concrete a tutela dei creditori e per stabilizzare la situazione economica». Il piano di ristrutturazione prevede il 60% di esuberi del personale: Grand Hotel Villa Igiea di Palermo (46 esuberi su 70 dipendenti), Des Etrangers & Spa di Siracusa (18 esuberi su 21), Grand Hotele et Des Palmes di Palermo (37 esuberi su 41), l'Excelsior Grand Hotel di Catania (23 esuberi su 48) e l'Excelsior Hilton di Palermo (10 esuberi su 33).
E le ragioni della perdita economica e finanziaria sono riassunte così: non rispondenza della forza lavoro, per gli alberghi Grand Hotel Villa Igiea di Palermo e Des Etragers & Spa di Siracusa, al numero dei ospiti ed ai costi che la struttura, se aperta in continuità, comporta, nel corso dei mesi che vanno da novembre a marzo di ogni anno. Per questi alberghi la società vuole, se richiesti, effettuare esclusivamente eventi, utilizzando solo il personale utile per la gestione. Mentre, nei mesi da aprile a ottobre, la forza lavoro sarà quella adeguata alla effettiva domanda. Un modello già in piedi nel corso degli ultimi anni.
C'è poi la chiusura dell'albergo Grand Hotel et Des Palmes di Palermo, che, secondo la società, ha fatto registrare performance non più accettabili. Inoltre, «la struttura necessita di interventi strutturali che comporterebbero notevoli investimenti, che la società non dispone».
Prevista anche la ristrutturazione presso tutti gli alberghi, dei settori: pulizia delle camere, lavanderia e minibar, attività per le quali si prevede la cessione a terzi, cercando di concordare con le aziende cessionarie, il passaggio dei lavoratori. E così anche per l'area food&beverage. I servizi amministrativo e personale saranno concentrati a Palermo.
Adesso la procedura prevede il confronto con i sindacati: entro 40 giorni in sede sindacali e entro altri 30 giorni in sede istituzionale, da dove dovrà uscire un verbale di accordo, positivo o negativo. Sindacati che comunque si oppongono decisamente al Piano. «Siamo consapevoli - dice Marianna Flauto della Uiltucs - che il settore del turismo in questo momento lamenta una riduzione delle presenze, perché purtroppo in Sicilia non si è mai raggiunto l'obiettivo della destagionalizzazione. Ma i numeri dicono che nel 2014 ci saranno spiragli di recupero, che ci fanno ben sperare. Riteniamo che i licenziamenti collettivi possano essere evitati attraverso il ricorso ad altri strumenti a garanzia dei livelli occupazionali, fatto salvo che per i lavoratori vicini alla pensione possano essere adottate misure per favorire il prepensionamento. Per quanto riguarda la chiusura Hotel delle Palme - conclude Flauto - la notizia ci coglie di sorpresa. Se dovessero esserci delle ipotesi di cessione forse è il caso che se ne parli».

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