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Troppe spese rispetto alle entrate? Prime verifiche con il redditometro

Entro la fine dell'anno l'Agenzia delle Entrate conta di effettuare 35-40 mila controlli in base al redditometro, sulle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2010

PALERMO. Pronte le prime lettere per il redditometro. Già dalla prossima settimana dovrebbero essere inviati dal Fisco i primi «temuti» questionari che sono solo il primo passo della nuova attività di controllo dei contribuenti «a rischio». Entro la fine dell'anno l'Agenzia delle Entrate conta di effettuare 35-40 mila controlli in base al redditometro, sulle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2010 relative all'anno di imposta 2009. Si tratta dello 0.1% dei 40 milioni di contribuenti: non saranno quindi operazioni di «massa», ma mirate a situazioni reddituali «poco chiare», dove le spese sostenute risultino nettamente superiori rispetto al reddito dichiarato (soglia di tolleranza al 20% oppure oltre i 12 mila euro annui). Il nuovo redditometro infatti non guarda più al solo possesso di beni o investimenti in quanto tali, ma tende a misurare la spesa complessiva ed effettiva del contribuente, in relazione al dichiarato. Gli uffici territoriali stanno lavorando sulle liste selettive, il rientro dalle vacanze, quindi, per migliaia di italiani potrebbe essere davvero amaro.

IL CONTROLLO. Due le fasi previste. La prima è la spedizione di un questionario che invita a fornire giustificazioni sulle incongruenze rilevate. Una prima fase dove è stata assicurata in passato dal direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, la «massima disponibilità» nei confronti dei contribuenti oggetto di controllo. Se le risposte date soddisferanno l'ufficio, arriverà l'immediata archiviazione. Se le spiegazioni fornite non saranno esaurienti, scatterà allora il vero accertamento con adesione e una nuova convocazione per il contraddittorio. Il termine temporale per rispondere al questionario è di 15 giorni dalla data di notifica, ma si potrà chiedere una proroga per vicissitudini personali o per trovare i documenti. In caso di mancata risposta si rischia una sanzione che va da 258 a 2.065 euro, oltre a vedersi ridurre sensibilmente la possibilità di difendersi perché davanti agli impiegati dell'ufficio tributario o dinnanzi al giudice non si potranno più utilizzare i dati, le notizie e gli elementi non addotti dal contribuente in risposta alla richiesta ricevuta.

IL QUESTIONARIO. La lettera-questionario è divisa in quattro aree. Innanzitutto l'Agenzia chiederà la giustificazione delle spese imputabili al contribuente e ricostruite incrociando i dati contenuti nell'anagrafe tributaria. In secondo luogo, nel questionario potrebbe essere chiesta giustificazione per le spese di mantenimento direttamente riconducibili a beni di cui il Fisco è a conoscenza: fornitura di energia elettrica, gas e acqua della casa posseduta, le relative spese condominiali e per i rifiuti o ancora l'acquisto di carburante e pezzi di ricambio per le automobili. Nelle altre due aree andranno invece sotto la lente di controllo gli investimenti sostenuti (e gli incrementi patrimoniali prodotti) e il risparmio. Si potrà essere chiamati a fornire informazioni su conti correnti e strumenti finanziari sempre relativi al 2009, accertamento al momento difficile per l'Agenzia delle Entrate che invece potrà accedere ai conti bancari sui controlli dal 2011 in poi.

COME DIFENDERSI. Oltre a rispondere al questionario, ci sono altre due regole preziose da seguire per potersi difendere se a casa arriva la busta verde: finanziare le spese con mezzi di pagamento tracciabili e conservare la documentazione di riferimento per le spese che si basano su elementi certi. Si potrà così dimostrare la fonte che ha permesso ogni singola spesa, il destinatario della spesa e la coerenza con la propria capacità contributiva.

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