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Scontro tra capitaneria di porto e Asl sui controlli: decideranno i ministeri

PALERMO. Saranno i ministeri delle  Politiche Agricole e della Salute a dirimere la querelle in  corso tra la Capitaneria di Porto di Palermo e il servizio  veterinario dell'Asp 6 che ha annullato decine di verbali emessi  dagli uomini della Guardia Costiera in seguito a controlli  effettuati sulla filiera del pesce a ristoranti e commercianti.   Per la Capitaneria i controlli sono legittimi e autorizzati  dal «decreto legislativo dell'aprile del 2012 che stabilisce, -  si legge in una nota - in maniera chiara, che l'attività di  controllo sulla pesca, sul commercio e sulla somministrazione  dei prodotti di essa, nonchè  l'accertamento delle infrazioni  sono affidati sotto la direzione dei comandanti delle  Capitanerie di Porto, al personale civile e militare  dell'Autorità Marittima centrale e periferica, alle Guardie di  finanza, ai Carabinieri, agli Agenti di pubblica sicurezza ed  agli agenti giurati».  La norma, insomma, attribuirebbe al Corpo delle Capitanerie il  controllo sull'intera filiera del pesce, dalla cattura alla  somministrazione. Tesi non condivisa dalla Asp che non ha  ritenuto la Guardia Costiera competente «ad adottare  provvedimenti appropriati per imporre restrizioni alla  immissione sul mercato o per disporne il ritiro dal mercato di  alimenti o mangimi non conformi o a rischio». 

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