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Sciopero al Giornale di Sicilia, il quotidiano oggi non è in edicola

PALERMO. Il Comitato di redazione del Giornale di Sicilia ha annunciato di avere proclamato ieri un giorno di sciopero in modo da impedire oggi l'uscita nelle edicole del quotidiano. "Il comitato di redazione - si legge in una nota - è impegnato da anni in un serrato confronto con l'azienda e con grande responsabilità e buon senso ha firmato uno stato di crisi che ha prodotto 13 prepensionamenti e gravosi sacrifici per tutti i redattori. L'azienda di contro non ha realizzato alcun piano di sviluppo e iniziative di rilancio. L'unico segnale di novità è stata la riassunzione del condirettore pensionato Giovanni Pepi, a fronte di una ulteriore drastica riduzione di organico. Per contrastare questa politica che mortifica la redazione e rende il giornale sempre meno competitivo, il Cdr ha proclamato lo sciopero".

LA REPLICA DEGLI EDITORI. "Questo sciopero proclamato dal comitato di redazione, che vede astenersi dal lavoro giornalisti e dirigenti, è talmente insensato da indurre gli editori a una ironia amara: ringraziamo Cdr, redattori e dirigenti per questo atto di forza che consente a noi un giorno di risparmio nel disavanzo di bilancio permanente che subiamo (l'ultimo si è chiuso con un passivo che supera i quattro milioni, l'attuale si chiuderà con una perdita che sfiorerà i cinque, e siamo in rosso, di anno in anno, dal 2007)". E' quanto si legge in una nota degli editori del Giornale di Sicilia. "Non possiamo però non dispiacerci per i lettori - aggiunge la nota - che, sia pure in misura minore del passato (potendo ormai avere on-line gratis quello che noi possiamo offrire a pagamento), vogliono ancora informarsi attraverso il nostro quotidiano. A loro diciamo che questa astensione dal lavoro è preoccupante perché esprime un atto di ostilità del tutto immotivato. Avremmo dovuto sostituire con una assunzione un cronista che si sarebbe assentato per soli dieci giorni, quando poteva essere benissimo sostituito, senza aggravio di lavoro per nessuno, come i dirigenti consultati dalla direzione hanno riconosciuto, da cronisti in organico e collaboratori esterni. Peraltro si contesta con lo sciopero una procedura sostitutiva largamente applicata in questi anni che né questo Cdr né i precedenti avevano contestato". "Vediamo - conclude la nota - così aumentare, insieme alla crisi, il massimalismo dei giornalisti, il che, lo diciamo con chiarezza, rende sempre più difficile la sopravvivenza dell'azienda. Di questa ostilità prendiamo atto. E saremo conseguenti. I rapporti con il comitato di redazione saranno ridotti alla misura minima che il contratto prevede. Ma rassicuriamo i lettori: faremo di tutto per difendere il bilancio dell'azienda, avendo come unico obiettivo la produzione di un giornale libero e di qualità, attuando con fermezza i risparmi possibili, operando su tutti i fronti dell'azienda, compreso l'organico dei giornalisti. Del resto questo facciamo da anni, riducendo, attraverso pensionamenti e prepensionamenti, di 14 giornalisti la redazione, di 35 persone l'organico aziendale. Non si possono invertire risorse che non ci sono. Certi oltranzismi, come quello espresso oggi dai giornalisti, rendono tutto più difficile".

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