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Ars, "Dimettiti subito": busta con 3 proiettili al vicepresidente Venturino

PALERMO. Da archetipo istituzionale a marchio Cinquestelle a traditore espulso da Beppe Grillo con un eloquente 'pezzo di m...' e ora vittima di intimidazioni. Antonio Venturino, vice presidente dell'Assemblea siciliana ed ex 'grillinò, torna al centro della scena, questa volta però per un espisodio sui cui sta indagando la Digos di Palermo. A lui era indirizzata una busta contenente tre proiettili calibro 9 intercettata dalla polizia nel centro di smistamento postale della città. In un messaggio su un foglio intestato dell'Ars, l'anonimo minaccia il deputato regionale, invitandolo a dimettersi e a tornare «nella fognatura altrimenti uno di questi proiettili l'avrebbe colpito in fronte». Il plico non è mai arrivato a Palazzo dei Normanni, sede del Parlamento, ed è al vaglio della scientifica. Ha appreso della minaccia mentre era in auto: a dargli la notizia è stato il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, che lo aveva chiamato per esprimergli la solidarietà dell'Assemblea. «È un episodio grave, si inserisce in un clima di esagerazione e di rabbia», commenta a caldo, riferendosi agli attacchi verbali che continua a subire da Beppe Grillo, impegnato in questi giorni in un tour elettorale in Sicilia e proprio ieri a Piazza Armerina, cittadina di provenienza del vice presidente dell'Ars. «Venturino ha visto la grana ed è scappato, ma glieli darei io i soldi, a quelli come lui, per farli andare via», aveva urlato Grillo in piazza, ragionando sui «traditori da cacciare a calci nel culo».  In questo «clima di eccessiva tensione e di caccia alle streghe», Venturino intravede «la possibilità che qualcuno compia delle sciocchezze». All'indomani dell'espulsione dal M5S con l'accusa di non avere restituito parte dell'indennità, per Venturino è stata una escalation di insulti. Più volte è stato bersagliato sul web e su Facebook, nel suo ufficio di Palazzo dei Normanni sono giunte anche lettere anonime che lo invitavano a dimettersi. Nè lui nè il suo entourage però hanno presentato denuncia, ritenendo le missive conseguenze del momento di tensione. Adesso pero il livello di guardia si è alzato. «Non sono preoccupato per la mia incolumità», dice però il parlamentare che sta lavorando al nuovo progetto politico 'L'Italia migliorè, strizzando l'occhio ai delusi del Movimento ma anche ad altre forze, con Azione civile di Antonio Ingroia. Immediato il coro di solidarietà proveniente del mondo politico. Il portavoce e capogruppo de M5S all'Ars, Giancarlo Cancelleri, lo ha chiamato al telefono per esprimergli la vicinanza dei cinquestelle. I pentastellati escludono qualsiasi collegamento tra la minaccia e i toni seppur eccessivi usati da Beppe Grillo nei confronti di Venturino. «Si tratta di gesti lontani anni luce dal nostro mondo», afferma il deputato regionale del M5S Salvatore Siragusa. «Il modo di parlare di Grillo è noto: si tratta del modo di comunicare di un comico, che usa un linguaggio borderline, facendo leva sull'esasperazione dei concetti», osserva. «Può non piacere a tutti questo linguaggio, ma certamente non è un linguaggio che incita alla violenza», sostiene. E allora la matrice va cercata altrove, nel gesto «di un folle, di uno stupido, di un mitomane». Poi ci sono gli scenari più foschi. «Spero che dietro queste minacce non ci sia l'interesse di qualcuno che ha l'obiettivo di creare qualcosa di pericoloso per danneggiare amche il Movimento - riflette Siragusa - Abbiamo alle spalle anni terribili, speriamo di non arrivare ai livelli di tensione degli anni Settanta e Ottanta».

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