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"Minacce a Crocetta e Lumia", indagato Arnone

L'avvocato agrigentino, nome storico delle lotte ambientalistiche in Sicilia, avrebbe eserciato pressioni politiche per ottenere una candidatura alle elezioni regionali

PALERMO. Avrebbe esercitato «pressioni  politiche per ottenere un candidatura» alle elezioni regionali  dell'ottobre del 2012 nella lista del candidato governatore  Rosario Crocetta, spingendosi oltre, tanto da indurre la Procura  di Agrigento a iscriverlo nel registro degli indagati per  tentativo di estorsione. Protagonista della vicenda è  l'avvocato Giuseppe Arnone, nome storico delle lotte  ambientaliste in Sicilia, mentre come parti lese sono indicate  il presidente della Regione e il senatore de «Il Megafono»  Beppe Lumia.     Le 'minaccè secondo la Procura sarebbero state fatte con  telefonate, sms e mail. Arnone è stato intercettato nell'ambito  di un'inchiesta per corruzione in atti giudiziari. Prima delle  elezioni regionali ha contatti telefonici con Lumia  «pressandolo» e minacciando di «stampare un manifesto»  contro lui e Crocetta. Il progetto non sarà realizzato.    

«Apporre veti ad Arnone comporta - aveva fatto scrivere  l'ambientalista in un mail che avrebbe avuto come destinatario  finale Crocetta - ovviamente l'esplodere ad Agrigento e non solo  di una polemica violentissima che durerà per tutta la campagna  elettorale...».     Le intercettazioni da diversi giorni sono presenti su siti  siciliani, ma soltanto ieri c'è stata l'iscrizione nel registro  degli indagati, firmata dal procuratore Renato Di Natale,  dell'aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Andrea Maggioni.  Quest'ultima notizia è riportata da Livesicilia e ha trovato  conferme in fonti giudiziarie. Al sito Arnone rilascia una  replica: «Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia», ma  "c'è stata una diffusione illegale delle conversazioni di cui  anche i magistrati saranno chiamati a rispondere« perchè,  sostiene, le sue telefonate erano di» contenuto squisitamente  politico".  

Giuseppe Arnone ha presentato un esposto alla Procura generale di Palermo sulla sua iscrizione sul registro degli indagati da parte della Procura di Agrigento per tentativo di estorsione, per presunte pressioni esercitate sul governatore Rosario Crocetta e sul senatore Beppe Lumia per candidarlo nelle regionali dello scorso anno in Sicilia.  Lo rende noto lo stesso avvocato cassazionista spiegando di avere sollecitato «l'apertura di una procedura disciplinare in relazione» a quelle che definisce una «illecita trascrizione dei suoi colloqui politici». Al Pg chiede di «verificare a che titolo siano stati trascritti e inseriti in quel fascicolo, e quindi a che titolo siano state diffusi alla stampa». Arnone rivela che «l'udienza per distruggere le intercettazioni è fissata per il prossimo 20 maggio». Secondo Arnone «l'amenità dell'accusa di tentata estorsione è un maldestro modo mediante il quale la Procura tenta di coprire la illegalità della trascrizione delle telefonate e del loro inserimento abnorme nel fascicolo della tentata di corruzione». L'avvocato sostiene che «non è configurabile alcuna accusa di estorsione per la semplice ragione che il reato richiede i requisiti sia della minaccia, che dell'altrui danno, nonchè dell'ingiusto profitto economico». «Requisiti - dice il legale - totalmente assenti in questa vicenda».  Arnone, in una dichiarazione, infine, «denunzia formalmente coloro che hanno effettuato fortissime pressioni su Crocetta per impedire la sua candidatura già decisa, con tanto di accettazione con firma autenticata già nelle mani di Crocetta».

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