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Rifiuti, la metà finisce in discarica: Sicilia e Lazio regioni record

Nell'Isola il 93 per cento di rifiuti va in discarica. A scattare la fotografia è il rapporto annuale "L'Italia del riciclo", promosso da Fise Unie e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Ma sale il tasso di riciclo degli imballaggi

ROMA. E' ancora la discarica la forma di smaltimento che l'Italia usa per la metà dei rifiuti che produce. Una tipologia che assume forme rilevanti in Sicilia, dove ci finisce il 93% della spazzatura, e nel Lazio che la usa per portarci oltre 2,5 milioni di tonnellate all'anno (di cui 1,3 solo per il comune di Roma). A scattare la fotografia è il rapporto annuale "L'Italia del riciclo", promosso da Fise Unie (l'associazione di Confindustria che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, secondo cui però la filiera dell'industria riesce a mantenere il tasso di riciclo stabile al 64% con un aumento del 2% rispetto al 2010 di riciclo degli imballaggi (pari a 7,5 milioni di tonnellate).

Nelle discariche italiane, avverte lo studio, finiscono circa 15 milioni di tonnellate all'anno di rifiuti pari al 49%. Il recupero, inteso come riciclo più compost, arriva al 33%, per il 18% c'é invece il recupero energetico. Sono 10 le regioni che smaltiscono oltre il 60% dei propri rifiuti in discarica: in termini percentuali la Sicilia batte tutti con il 93% (2.439.000 tonnellate); tra queste anche il Lazio che 'vince' per quantità con 2.536.000 di tonnellate (74%). Altre regioni che sfruttano la discarica sono Liguria, Umbria, Marche, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria. Per quanto riguarda il recupero con il 33%, con la media europea al 42%, si pone davanti soltanto "al Portogallo (19%) e alla Grecia (18%)". Ma esempi virtuosi, nel recupero di materia dai rifiuti urbani, sono Austria (70%), Germania e Belgio (62%), Paesi Bassi (61%); tutti paesi che mandano in discarica tra lo 0 e il 3% dei rifiuti.

Per Corrado Scapino, presidente di Unire, "gli obiettivi di riciclo europei sono, per alcune filiere, ancora lontani. Per raggiungerli" servono "politiche di sviluppo sostenibile"; mentre per Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, "la gestione poco virtuosa dei rifiuti in Italia e il ricorso alla discarica" ha "uno dei motivi principali nella bassa tassazione sullo smaltimento" per questo tipo di gestione (15 euro a tonnellate in Italia contro i 40 in Germania).

Nonostante questo, si legge nel rapporto, "nel 2011 l'industria italiana del riciclo degli imballaggi si è mantenuta su buoni livelli sia per quantitativi, pari a 7,5 milioni di tonnellate (più 2% sul 2010), sia per tasso di riciclo, stabile al 64%". A crescere sono soprattutto "carta (più 3%), plastica (più 4%) e vetro (più 7%)"; perdono qualcosa "l'acciaio (meno 1%), l'alluminio (meno 13%) e il legno (meno 5%)". Scorporando le diverese tipologie di recupero, si evidenzia come il nostro Paese recuperi sotto forma di materia solo il 20% dei rifiuti (media europea al 26%); il compostaggio arriva al 13% (media europea del 16%) e il recupero energetico al 18% (media europea al 29%).

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