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"Arsea", la Regione prova a dare vita all'ente fantasma

Dopo sei anni di assoluta inattività, l'amministrazione regionale vuole far partire l'agenzia che avrebbe dovuto accelerare il pagamento dei contributi agli agricoltori ma che non è mai entrata in funzione

PALERMO. L'ente fantasma batte un colpo. Dopo sei anni di assoluta inattività, la Regione prova a dare un senso all'Arsea, un'agenzia che avrebbe dovuto accelerare il pagamento dei contributi agli agricoltori ma che non è mai entrata in funzione. Dal 2006, quando è stata istituita, la struttura non ha mai avuto un solo dipendente al lavoro ed è rimasta una scatola vuota, con tanto di due sedi e un bel dirigente generale da circa 150 mila euro l'anno a capo del nulla.

Così nei giorni scorsi la Regione ha pubblicato un atto di interpello per reclutare i 90 dipendenti necessari a mettere in funzione la struttura. Peccato che la decisione arriva adesso che nel resto d'Italia queste agenzie regionali di pagamento si sono dimostrate un flop ed è l'Agea che a livello nazionale continua a gestire la stragrande maggioranza delle pratiche.

Questa è una storia di sprechi e paradossi. Perché dal 2006, quando è stata istituita dal governo Cuffaro, l'Arsea non ha mai svolto un bel nulla. E a dire il vero nessuno ne ha mai sentito la mancanza: «L'ente - ha spiegato Carmelo Gurrieri, al vertice della Confederazione agricoltori - non ha mai funzionato, ma come associazione di categoria avevamo chiesto che venisse annullata la norma che la istituiva, proprio perché temevamo che si rivelasse un ente inutile».

In sostanza è successo che questi enti pagatori istituti nelle varie Regioni hanno fallito la loro missione, perché per accelerare le pratiche avrebbero dovuto anticipare le somme agli agricoltori per poi essere rimborsati dall'Agea a livello nazionale. Una sorta di doppione per giunta molto costoso. E si sa, le Regioni battono cassa da anni, per cui addio agenzia regionale.
In Sicilia, però, l'ex presidente Raffaele Lombardo non si è dato pace. Al suo insediamento ha nominato un direttore generale, Ugo Maltese e per ben due volte ha pubblicato degli atti di interpello per reclutare il personale necessario ad avviare i lavori negli uffici. Niente da fare, nessuno ha accettato. L'ente è rimasto così una scatola vuota. E alla fine del 2010, nonostante le rassicurazioni del governo, che ha sostenuto di non aver speso un euro per questa struttura, in finanziaria era stato previsto di tagliare l'ente per risparmiare.

Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare e dopo le dimissioni del dirigente, l'Arsea è rimasta in piedi, abbandonata al proprio destino. Fino a quando, lo scorse mese di giugno, alla vigilia delle sue dimissioni, Lombardo ha spiazzato tutti: altro che taglio, l'Arsea va rilanciata. E via alla nomina di un nuovo dirigente generale: alla guida dell'ente è arrivato un altro fedelissimo, Claudio Raciti, storico collaboratore del presidente e agronomo dell'impresa agricola della moglie, Saveria Grosso.

Nei giorni scorsi è infine arrivato il provvedimento che di fatto potrebbe mettere in piedi l'agenzia: il dipartimento regionale della Funzione pubblica ha emanato l'atto di interpello per reclutare una novantina di dipendenti per le sedi di Palermo e Catania. Tra questi figurano tredici dirigenti, periti agrari, geometri e pure cinque autisti. Negli uffici del Personale questa volta c'è fiducia sull'esito dell'interpello, perché, dicono, «sono stati ben informati i dipendenti sulle mansioni che svolgeranno mentre la sede dell'Arsea a Palermo si trova in posizione centrale e quindi geograficamente più appetibile». Ma questa, è un'altra storia.

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