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Mafia, Scarpinato: cosche alla conquista del Nord

Il procuratore generale di Caltanissetta: "Non dimentichiamo che uno dei mandanti del giudice Rosario Livatino operava in Germania dove era conosciuto come un brillante imprenditore di import-export"

PALERMO. «Nel nord Italia la mafia si presenta con il volto rassicurante di manager e colletti bianchi. L'aristocrazia mafiosa, in un momento di recessione come questo, offre dei capitali accontentandosi di quote di minoranza per colonizzare progressivamente il territorio con una fitta rete di relazioni a lungo termine». Lo ha detto il procuratore generale di Caltanissetta, Roberto Scarpinato, durante la missione speciale a Palermo della commissione europea antimafia in corso al tribunale di Palermo.     

«Non dimentichiamo che uno dei mandanti del giudice Rosario Livatino operava in Germania dove era conosciuto come un brillante imprenditore di import-export - ha aggiunto Scarpinato - Il veicolo di penetrazione delle mafie nei territori è la collusione attraverso la canalizzazione di voti di preferenza verso un candidato; ad esempio, nell'hinterland lombardo non occorrono migliaia di voti, ne basta una manciata. Oppure l'infiltrazione avviene con il coinvolgimento di pezzi di nomenclatura, con una triangolazione di interessi tra colletti bianchi, imprenditori e mafia che mostra una strutturazione nuova del fenomeno. Inoltre, la mafia prospera perchè milioni di cittadini normali chiedono di acquistare illegalmente beni e servizi, secondo le leggi di mercato, facendo assumere al fenomeno dimensioni macroeconomiche che non sono governabili con gli strumenti del diritto penale».

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