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Danni alle auto e botte da orbi Dal tradimento alle vendette

Il giudice ha condannato un operaio, vittima di un infedeltà coniugale, il figlio e l'antagonista. Per loro una pena pecuniaria

CALTANISSETTA. Lui, lei, l’«altro» e un regolamento di conti a suon di danneggiamenti di auto, incendio e botte. Un intreccio fra tradimenti e vendette a Caltanissetta. E alla fine in tre, marito tradito, suo figlio e il terzo incomodo, ne sono usciti con una condanna - in particolare una pena pecuniaria - sentenziata ieri dal giudice Antonia Leone. Che ieri ha inflitto trecentocinquanta euro ciascuno di multa all’operaio cinquantaquattrenne Ernesto V., vittima dell’infedeltà coniugale, e all’antagonista, l’impiegato cinquantacinquenne Gaetano M., entrambi per danneggiamento aggravato e rissa. Il giudice ha pure comminato 100 euro di multa al ventisettenne Arcangelo V. (figlio dell’operaio tradito) tirato in ballo solo per rissa. Il giudice, tra le pieghe della sentenza, nei confronti dei due rivali ha ritenuto le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti, così da rendere applicabile una pena pecuniaria. Il pubblico ministero Monica Ferraro ha chiesto, invece, undici mesi per Gaetano M., sette mesi per Ernesto V. e l’assoluzione di tutti e tre gli imputati per l’ipotesi di rissa.
La storia, poi approdata in un’aula giudiziaria, affonda le radici in una presunta storia extraconiugale andata avanti per un po’ a fari spenti. Con l’impiegato nel ruolo di «terzo incomodo» e l’operaio nella veste di chi quel rapporto clandestino tra sua moglie e l’altro lo avrebbe suo malgrado subito. Nel mezzo, un po’ per lavare l’onta subita, un po’ per difendere l’onore del padre, v’è pure il figlio del marito deluso. Sì perché anche il ragazzo ha partecipato alla spedizione punitiva organizzata dal padre.

Un servizio sul Giornale di Sicilia di oggi, edizione di Caltanissetta.

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