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Bellolampo in fiamme, si cercano alternative alla discarica

Le possibilità di portare il carico nelle discariche di Trapani o Mazara del Vallo potrebbe svanire visto che i gestori, privati in entrambi i casi, accetterebbero i rifiuti solo dietro pagamento di somme di denaro. In attesa di capire la sorte dei carichi probabilmente questa sera salterà il turno di raccolta

PALERMO. Decine di autocompattatori sono fermi davanti alla discarica di Bellolampo, in fiamme da domenica e chiusa, in attesa di capire dove conferire i rifiuti raccolti. Le possibilità di portare il carico nelle discariche di Trapani o Mazara del Vallo potrebbe svanire visto che i gestori, privati in entrambi i casi, accetterebbero i rifiuti solo dietro pagamento di somme di denaro che, secondo indiscrezioni, l'Amia, la ex municipalizzata sull'orlo del crack che gestisce Bellolampo, non sarebbe in grado di pagare. In attesa di capire la sorte dei carichi probabilmente questa sera salterà il turno di raccolta.
I tecnici dell'Arpa che, insieme alla polizia, stanno indagando sul rogo su delega della Procura avrebbero scongiurato il rischio diossina, anche se dai rifiuti si sprigionano altre sostanze tossiche come il benzene, il toluene e il fenatrene. La situazione non sarebbe però tale da richiedere l'evacuazione dei centri abitati vicini alla discarica.
Tra i maggiori timori dei tecnici e degli inquirenti, che procedono per il reato di incendio, c'é la possibilità che si formino pozze di biogas a rischio di esplosione. I rifiuti producono gas che vengono convogliati in appositi impianti attraverso dei tubi che, secondo i tecnici, sarebbero praticamente fusi con il rischio, appunto, della formazione di sacche altamente esplosive.
Sul fronte spegnimento, procede il lavoro dei vigili del fuoco: l'azione dei canadair, costretti ieri a tornare indietro per mancanza di carburante, non è sufficiente perché sul fuoco andrebbe gettata la terra, ma al momento l'area è impraticabile.

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