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Ingroia lascia Palermo: accettato un incarico in Guatemala

Il procuratore aggiunto, titolare dell'indagine sulla trattativa Stato-Mafia e al centro di roventi polemiche per le intercettazioni delle conversazioni del presidente della Repubblica Napolitano, ha accettato un incarico annuale di capo dell'unità di investigazioni e analisi criminale contro l'impunità nel Paese centroamericano

PALERMO. Alla fine lascia: Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo titolare della indagine sulla trattativa Stato-mafia e al centro di roventi polemiche per le intercettazioni delle conversazioni del presidente della Repubblica Napolitano, finite davanti alla Consulta, andrà in Guatemala, come scrivono alcuni giornali.


Il magistrato era stato contattato dalle Nazioni Unite per ricoprire un incarico annuale di capo dell'unità di investigazioni e analisi criminale contro l'impunità nel Paese centroamericano. Il, progetto, però, aveva avuto una battuta d'arresto. Secondo indiscrezioni, il pm aveva chiesto informalmente al Csm di mantenere il posto di aggiunto a Palermo, trovando una fredda accoglienza a Palazzo dei Marescialli. La vicenda era stata seccamente smentita da Ingroia che aveva negato di avere ricevuto proposte formali dall'Onu e che aveva sostenuto che si trattava di mere ipotesi.


«Da tempo le Nazioni Unite mi hanno proposto l'incarico - dice il pm - La proposta la considero una sorta di prosecuzione della mia attività in Italia. In quelle latitudini, per fortuna, i giudici antimafia italiani sono apprezzati anzichè denigrati e ostacolati». Il magistrato dovrebbe lasciare Palermo in autunno.

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