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Regione, bufera sulla formazione: 25 indagati

Inchiesta della Corte dei Conti. I coinvolti avrebbero intascato illecitamente soldi pubblici e gonfiato le ore di straordinario

PALERMO. Un’altra inchiesta scuote la Regione. A tremare è il settore della Formazione. Almeno 25 persone sarebbero indagate con l’accusa di avere intascato soldi pubblici o di avere accumulato illecitamente un numero spropositato di ore di straordinario. Insomma, la magistratura contabile vuole vedere chiaro sui tanti milioni di euro spesi nella Formazione professionale. Un settore che conta una miriade di enti e circa 8 mila lavoratori.
Il primo atto dei giudici riguarda il sequestro di 70 mila euro ad Emanuele Currao, funzionario dell’area Affari generali del dipartimento dell'Istruzione e della formazione professionale della Regione. È accusato di avere intascato illecitamente delle somme della Formazione facendoli transitare sul proprio conto personale. Sarebbe solo il primo di una lunga serie di provvedimenti che verranno presi nei prossimi giorni. Il capo della procura della Corte dei Conti, Guido Carlino, assieme ai procuratori sta passando al setaccio i costi della Formazione. Stanno emergendo fatti rilevanti. Ci sarebbero decine di persone, almeno 25 fra dirigenti, funzionari e dipendenti, tutti indagate. Il primo ad essere raggiunto da un provvedimento è stato appunto Currao. La Procura della Corte dei Conti ha disposto il sequestro di 70 mila euro. Si tratta di un sequestro conservativo. In circa dieci giorni si saprà se il provvedimento verrà convalidato. La pronuncia è per il prossimo 26 luglio.
I soldi intascati dal funzionario sarebbero stati quelli destinati a pagare i fornitori. Currao avrebbe utilizzato il sistema informatico per accaparrarsi dei soldi. Secondo l’accusa avrebbe utilizzato altre password per entrare nel sistema. In particolare avrebbe preso in prestito le credenziali della dirigente Concetta Cimino. Per di più le operazioni sarebbero state commesse in un periodo in cui il funzionario non poteva mettere piede in ufficio visto che era stato sospeso per sei mesi. Aveva subito una sanzione disciplinare.
Tutti questi passaggi sarebbero stati accertati dalla procura della Corte dei Conti e dai finanzieri, tanto che si è arrivati al sequestro. Secondo i procuratori non sarebbe stato l’unico a compiere queste operazioni illecite. E da qui parte il nuovo filone dell’indagine. Quella che va avanti da mesi nel più stretto riserbo. Come detto sono venticinque le persone finite sotto indagine. Funzionari e dirigenti. Sia i controllori che i controllati. Non si esclude che possa esserci un accordo, un’organizzazione dietro a questi soldi della Regione finiti nei conti correnti personali. Gli avvisi di garanzia sono stati spediti dopo lunghi mesi d’indagine. Più si va a fondo più si scoprono illeciti e irregolarità. Come nel caso dello straordinario pagato dal Dipartimento. In molti casi sarebbe stato pagato un numero di ore superiore di gran lunga a quelle che realmente spettavano ai dipendenti. In certi casi addirittura superiori alle normali ore di servizio. Le indagini hanno già accertato diversi illeciti. Ma si continua ad indagare. Anche perchè quanto scoperto dalla procura della Corte dei Conti potrebbe interessare quanto prima anche la Procura della Repubblica.
«Servirebbe un’inchiesta interna all’amministrazione - dice Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia - per verificare se erano forme adottate dai dirigenti per ricompensare i dipendenti per le prestazioni richieste». In sostanza, per chiarire le responsabilità dei vari ruoli. Dal canto suo, il dirigente del dipartimento regionale dell'Istruzione e formazione professionale, Ludovico Albert, ha precisato che «le indagini in corso hanno preso le mosse da esposti della direzione del dipartimento e che si tratta di scelte costantemente condivise dalla Presidenza della Regione».

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