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Motopesca sequestrati, il capitano: "Siamo in carcere a Bengasi"

Pietro Russo, comandante del Boccia II: "Siamo dentro tutti e 19, ci avevano detto che in mattinata saremmo stati rilasciati ma non è stato così. Ci faranno un processo, ma ci hanno detto che si tratta di una formalità"

MAZARA. Stamattina ci hanno detto che entro le ore 12 saremmo stati liberati, e invece siamo stati trasferiti nel carcere di Bengasi». Lo ha detto per telefono all'ANSA il capitano del Boccia II, Pietro Russo, uno dei tre pescherecci (gli altri sono Il Maestrale e l'Antonino Sirrato) sequestrati dalle autorità libiche. «Siamo tutti e 19 in carcere, con c'è il console. Domani ci portano al tribunale militare di Bengasi, credo che faranno un processo. Ci hanno detto che si tratta di una formalità»


«Intanto - spiega Russo - ci hanno sequestrato i cellulari, riusciamo a comunicare solo grazie al console che ci ha messo a disposizione il suo telefono e che per il momento e qui con noi. Stiamo
bene».  «Quando ci hanno fermato le motovedette libiche - ha sottolineato riferendosi al sequestro di giovedì sera - le autorità erano armate di bazooka e bombe a mano. Siamo in una
situazione terribile».  Intanto, l'ambasciatore Maurizio Melani, dirigente generale del Sistema Paese del ministero degli Affari esteri, a Mazara del Vallo per la manifestazione Sea Slow Land, ha detto di essere «in costante contatto con le autorità libiche per il rientro delle 12 persone sequestrate, tra cui 7 tunisini residenti a Mazara del Vallo».  «I rapporti con il governo transitorio sono stretti - ha aggiunto l'ambasciatore, che stamattina ha incontrato gli armatori dei tre pescherecci - l'auspicio è che la situazione si risolva prima possibile».  .

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