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Reato elettorale, un pentito: "Lombardo sparì dopo il voto"

Gaetano D'Aquino nella deposizione al processo contro il governatore e suo fratello Angelo: "Ricordo che in un'occasione si disse che con la scusa delle microspie, era diventato inagganciabile". Il presidente: "Un cumulo di sciocchezze"

CATANIA. «Raffaele Lombardo sparì dopo le elezioni. Ricordo che in un'occasione si disse che con la scusa delle microspie, era diventato inagganciabile». Lo ha sostenuto il pentito Gaetano D'Aquino deponendo al processo per reato elettorale in corso a Catania al presidente della Regione Siciliana e a suo fratello Angelo, deputato del Mpa.  Secondo il pentito i Lombardo avrebbero saputo di indagini in corso e per questo, ha sostenuto D'Aquino, la sede del Mpa sarebbe stata spostata in via Pola.



«Raffaele Lombardo - ha aggiunto D'Aquino - era sparito con la scusa delle microspie. Non ho mai sentito lamentele nei confronti di Angelo Lombardo, per Raffaele invece si era troppo chiacchierato: era sparito dalla circolazione, era diventato inagganciabile. Voci di cortile nella malavita». Sull'appoggio del clan Cappello a Raffaele e Angelo Lombardo, D'Aquino ha precisato che «fu indirizzato soltanto verso  il Mpa».  «Ricordo che Raffaele Lombardo concorreva per la Regione - ha aggiunto -  e si parlava di portare voti ad Angelo e Raffaele Lombardo. L'onorevole Raffaele Lombardo è più riservato, invece Angelo Lombardo si incontrava con chiunque, non aveva il pudore di essere riservato. Scende troppo in basso, ma pur di prendere voti si incontra con tutti».


LOMBARDO: "CUMULO DI SCIOCCHEZZE" - «In questa seconda performance
contraddice molte delle cose che aveva detto nella scorsa udienza e che avevamo letto nei verbali. Si rifà a testimoni, almeno i più importanti, ormai purtroppo scomparsi: Vaccalluzzo, Angelo Santapaola, Sebastiano Fichera». Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, commentando la deposizione in aula del pentito Gaetano D'Aquino che ha definito «un cumulo di sciocchezze». «Poi c'è una novità, che non è una novità - aggiunge il
governatore - quando parla del fatto che sarebbero rimasti delusi costoro dal mio non farmi più ritrovare o vedere. Ma in passato, per non essere delusi dopo cosa hanno ottenuto? Nulla
di niente di niente. Perchè lui racconta sempre di pontili al porto, ristoranti all'interporto, bar nell'interporto. Ma l'unica cosa invece che sicuramente è stata affidata in gestione a qualcuno, che lui sostiene essere stata data alla famiglia Santapaola, è un bingo. Molto bene, credo che ci sia da fare opportune verifiche anche su quello che oggi lui ha detto».

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