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Maxi frode al fisco, sequestrate cinque coop a Palermo

Nel mirino della guardia di finanza anche i beni degli amministratori che operavano nel settore del trasporto merci su strada: confiscati oltre cento mezzi e rapporti bancari per un valore di 62 milioni

PALERMO. La Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato cinque cooperative di trasporto merci su strada e beni degli amministratori delle società accusati di frode. Tra i beni messi sotto sequestro 99 automezzi per il trasporto merci, 10 auto, 6 moto, 5 terreni, 17 immobili e 60  rapporti bancari per più di 62 milioni di euro, somma che corrisponde alle imposte evase. Dall'inchiesta, coordinata dalla Procura di Palermo, sono emersi oltre 180 "padroncini" che lavoravano senza pagare le imposte dietro al "paravento giuridico" delle cooperative e oltre 1.000 i lavoratori impiegati in diverse aziende siciliane formalmente assunti dalle coop che poi non versavano i contributi previdenziali ed assicurativi.    
Il sistema escogitato ha permesso, negli anni, di incassare grossi vantaggi fiscali a numerose aziende del settore della distribuzione, alcune delle quali sottoposte a sequestro perché di proprietà di indiziati di mafia. L'inchiesta ha fatto emergere la presenza di arrestati per mafia fra i soci e i dipendenti di alcune cooperative e l'emissione di fatture false a favore di alcune coop da parte di due aziende riconducibili ai boss di Brancaccio Graviano.    
La Finanza ha accertato inoltre fatture per operazioni inesistenti per 120 milioni di euro e illecite compensazioni di debiti erariali per oltre 16 milioni di euro.

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